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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2012 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 16 febbraio 2012 alle ore 09:04.
La old economy è più viva e vegeta che mai. Soprattutto a Wall Street, dove il colosso dei cereali Kellogg si è "mangiato" le Pringles, le patatine più conosciute al mondo, per ben 2,7 miliardi di dollari. Con questa mossa Procter&Gamble riesce a "liberarsi" dell'unico marchio alimentare rimasto in portafoglio e conta di realizzare una plusvalenza netta di 1,4-1,5 miliardi di dollari.
Da parte sua lo storico produttore dei Corn Flakes mette le mani sul secondo distributore di patatine al mondo, con un giro d'affari di 1,5 miliardi di dollari l'anno - grazie a una presenza in 140 paesi - e un business in costante crescita: le vendite delle patatine in "tubo" sono infatti cresciute tra il 2005 e il 2010 del 4,3% l'anno nei paesi sviluppati e del 9,6% nei paesi emergenti. L'obiettivo di Kellogg è realizzare sinergie per almeno 10 milioni di dollari, che dovrebbero salire a 50-75 milioni a regime. Il mercato sembra aver gradito, tanto che le azioni Kellogg sono salite di oltre il 5 per cento. (L.D.)
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