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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2012 alle ore 08:14.

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Una buona politica nell'interesse di tutti gli italiani



Si può essere o non essere d'accordo con la politica economica e sociale messa in atto dal Governo tecnico presieduto da Mario Monti. Le critiche a quello che ha fatto finora e a quello che potrebbe e dovrebbe fare sono legittime, soprattutto se basate sull'approfondimento dei fatti. Si tratta, a mio parere, di un'esperienza di politica lungimirante, nella quale si discute civilmente nel merito delle questioni per quello che ciascuno dei cittadini ritiene il meglio per il futuro del Paese, quindi di tutti noi. Mi auguro che, se non tutti, almeno la maggioranza degli italiani si renda conto che è di questo tipo di politica che abbiamo bisogno e non di quella miope e clientelare che spesso praticano i partiti. Mi auguro che gli italiani imparino a scegliere non quelli che difendono gli interessi di oggi delle singole categorie, ma quelli che indicano la strada per migliorare il futuro di tutti. Dimostriamo noi cittadini comuni di essere cittadini migliori e quindi di meritare politici migliori. Passando dalla retorica alla pratica: impariamo a pagare le tasse, a fuggire la corruzione, a rispettare le regole, miglioriamo la mentalità comune e sarà più facile avere politici lungimiranti e non clientelari.
Manlio Zorzut
Evasori e furbetti dello scontrino
Il pacchetto antievasione che il Governo vorrebbe inserire nel nuovo decreto legge fiscale è ancora un cantiere aperto, ma da quello che traspare mi pare che siamo sulla strada giusta per colpire i furbetti delle contraffazioni e degli scontrini fiscali. E anche i tanti ricchi che portano all'estero i capitali. A questo proposito l'Esecutivo prova a rendere più difficile la vita agli "esportatori" illegali agendo soprattutto sul fronte della deterrenza: l'ipotesi allo studio sembra quella di elevare almeno di sei volte l'attuale sanzione amministrativa (sarebbe previsto l'aumento della multa pecuniaria dal 5 al 30% della somma eccedente il limite di valuta esportabile). Finalmente qualcosa di concreto.
Giovanni Galimberti
Milano
Tangentopoli è viva e vegeta
Il 17 febbraio 1992 il capitano dei carabinieri Roberto Zuliani arrestava Mario Chiesa, presidente del Pio Alberto Trivulzio a Milano, il dirigente socialista accusato di aver incassato una tangente di 14 milioni di lire. Da quell'episodio ha preso avvio Tangentopoli, con il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Vent'anni dopo le cose non sembrano, purtroppo, cambiate. Come testimonia anche la Corte dei Conti.
Stefano Boetti
Torino
Lezioni di stile alla tedesca
Il presidente tedesco Christian Wulff si è dimesso dalla carica dopo lo scandalo del finanziamento a tassi di favore ricevuto da un amico imprenditore per la costruzione di una casa in Bassa Sassonia. La cancelliera Angela Merkel ha annunciato colloqui rapidi per trovare un successore. Mi pare una bella lezione di stile. Da noi, solitamente, i politici non si dimettono neanche dopo una condanna di primo grado.
Giorgio Antonini
Pesaro
Trasporti, l'ennesimo sciopero
Il 1° marzo scatterà lo sciopero generale di quattro ore per aerei, treni, navi, bus e metro, viabilità, merci e porti. Insomma, tutti i settori dei trasporti. Lo hanno deciso gli esecutivi di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, chiedendo al Governo di essere convocati. Non sarebbe stato più logico aspettare l'esito dell'incontro? E poi, è mai possibile che si debba ancora ricorrere allo sciopero per far valere i propri diritti? Non c'è una strada meno disagevole per i cittadini?
Ambrogio Cantoni
Urbino
Libia, a un anno dalla rivolta
Giusto un anno fa scoppiava la rivolta in Libia per rovesciare il regime ultra quarantennale di Gheddafi. Una rivolta destinata ad avere un bilancio catastrofico in termini di vite umane perse: fra le dieci e le quindicimila persone in entrambi gli schieramenti, secondo una stima del Consiglio Onu per i diritti umani. I libici oggi scendono in piazza per festeggiare. Anche se in realtà non mi sembra ci sia molto da festeggiare, visto il vuoto di potere che pesa sulla ricostruzione economica e sociale del Paese. Nei giorni scorsi Amnesty International ha fra l'altro parlato di «milizie armate» e di «crimini di guerra e torture», colpevoli di alimentare «l'insicurezza» pregiudicando la ricostruzione dello Stato di diritto.
Giovanna Ranieri
Firenze

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