Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 28 febbraio 2012 alle ore 08:16.

My24

Qualche mese fa il presidente e ad di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi, esorcizzava un 2011 non brillante per il settore delle crociere dicendo che la cosa più positiva era che quell'anno stava per finire. Certo non si sarebbe aspettato di aprire il 2012 con il naufragio della Costa Concordia, con 25 morti e 7 dispersi, e di proseguire l'anno, con un'altra nave, la Costa Allegra, alla deriva nell'Oceano Indiano, con 636 passeggeri buttati sui ponti esterni, senza elettricità né generi di conforto, in attesa di soccorsi. Due avvenimenti di questa portata, d'altro canto, si possono ascrivere alla pura sfortuna soltanto se si è dei fatalisti inveterati. Ma con il fatalismo non possono essere gestite navi che trasportano ogni giorno migliaia di persone, che pagano biglietti salati per passare una vacanza all'insegna del divertimento, spesso insieme a figli piccoli. Persone che devono avere la certezza di viaggiare sicure. Due incidenti, a distanza di così poco tempo, su navi da crociera non possono che indurre l'intero settore a riflettere, nuovamente e più approfonditamente, sulla safety a bordo. E il gruppo Costa, in particolare, dovrebbe interrogarsi, a fondo e con severità, sul motivo per cui questi incidenti sono accaduti entrambi a navi della sua flotta.

Shopping24

Dai nostri archivi