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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2012 alle ore 08:25.

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Sarà il caso di pensarci bene, alla prossima occasione che si presenterà, prima di dire che il libro è uno dei rari beni anticiclici, capaci, cioè di "tenere botta" anche in periodi di crisi economica, come quello che stiamo vivendo. Il dato emerso ieri a Roma, infatti, alla presentazione della ricerca Nielsen sullo stato della lettura in Italia, commissionata dal Centro per il Libro e la Lettura, è di quelli allarmanti, per non dire catastrofici. L'ultimo trimestre 2011 ha fatto segnare un -20% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Per di più in un momento, quello del Natale, in cui si registra un picco in alto nell'acquisto e nella lettura dei libri.

Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro, si è sforzato di essere ottimista e ha sottolineato più volte come i dati emersi dalla ricerca disegnino un perimetro della lettura di libri un pochino «più ampio di quelli che siamo soliti pensare: nel 2011 ha letto almeno un libro il 49% degli italiani adulti (25,3 milioni di cittadini) e il 44% (22,8 milioni) ne ha acquistato almeno uno». Va pure detto che in Germania e Inghilterra le analoghe ricerche mostrano dati percentuali intorno al 70%. Ma non è solo questo che preoccupa. È il fatto che in Italia la lettura di libri resta, sostanzialmente, un fatto elitario ed esclusivo. Infatti i lettori forti (coloro che dichiarano di acquistare e leggere più di 12 libri all'anno) sono percentualmente circa il 5% della popolazione italiana, anche se incidono per il 41% del mercato editoriale.

L'anno 2011, fotografato da Nielsen con un'indagine puntuale effettuata su un campione di tremila famiglie al mese per dodici mesi, dice che i libri venduti in Italia sono stati 135 milioni di copie, mentre ne sono stati letti 169 milioni. Il comparto del libro trade (che esclude gli scolastici, per esempio) genera un fatturato totale di 1,5 miliardi di euro. E se Ferrari ha sottolineato come, al contrario di ciò che si dice, i giovani invece si rivelano lettori – costituendo una fascia in crescita – non c'è di che essere allegri. «Il dato sull'ultimo trimestre 2011, se dovesse confermarsi anche nel 2012, dovrebbe far riflettere l'intero complesso dell'editoria italiana». In molti hanno toccato ferro, nella splendida e austera Biblioteca Casanatense, ma sottovoce i librai e gli editori rivelano che il 2012 si è presentato sotto segni pessimi. «L'ultimo periodo 2011 presenta un dato disastroso e allarmante», spiega il presidente degli editori, Marco Polillo. «Una cifra così imponente è effettivamente più alta rispetto a quello che pensavamo». Cattive notizie anche dal dato sulla pirateria digitale: il pur piccolo comparto degli e-book è un facile bersaglio di chi legge senza pagare, non contribuendo alla crescita del settore in alcun modo. Infatti se gli ebook acquistati sono l'1,1%, il dato sulla lettura degli ebook raddoppia: il 2,3%, effetto di pirateria e libri legittimamente gratuiti perché fuori diritti. Resta impressionante, poi, il fatto che la stragrande maggioranza di libri letti sia di carattere letterario: sui 135 milioni di copie acquistate nel 2011, il 44% erano opere letterarie (per dire: i manuali di studio 4%, la politica 2%, i classici 1%). Per cercare di raddrizzare una situazione grigia, il governo ha avviato una «campagna strategica» per promuovere la lettura, con uno spot che andrà in onda da oggi sui canali televisivi e radiofonici della Rai. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, Paolo Peluffo, nel corso della presentazione del rapporto.

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