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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2012 alle ore 09:19.
L'ultima modifica è del 26 marzo 2012 alle ore 09:19.

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Il sogno degli investitori? Le vacanze. Che siano al primo posto, nel pieno di una crisi e di una recessione che sembrano non finire mai, può sembrare un paradosso. Ma se si parla di settori più «appealing» per gli investimenti è proprio il turismo, insieme al tempo libero, l'industria italiana considerata a maggior tasso di attrattività da fondi e private equity. Seguono a ruota la farmaceutica e il biomedicale (non stupisce che nell'era dell'invecchiamento della popolazione la salute risulti il secondo settore più attrattivo e oggi più che mai anticiclico). Lo rileva la fotografia scattata da K Finance sui bilanci 2010 di circa 40mila società in 17 settori. Una radiografia che insieme fa inorgoglire e sprona il sistema Paese. Il settore turistico, infatti, patrimonio innegabile del Belpaese, può rappresentare un volàno d'eccellenza per far cambiare passo alla nostra economia. Ma per riuscire a produrre un turismo più innovativo, anche attraverso il connubio con l'altra grande perla rara del Paese - la cultura -, occorre investire e strutturarsi per aprirsi davvero al mondo e ai nuovi flussi di turisti, rispondendo così anche al calo della domanda interna che non dà tregua. Una destinazione raggiungibile, ma per arrivarci non si può lasciare "vacante" una politica industriale mirata per l'industria delle vacanze.

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