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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 07:27.
L'ultima modifica è del 05 aprile 2012 alle ore 08:41.
Sull'autostrada elettronica c'è chi corre e c'è chi annaspa. Per Facebook che accelera verso la quotazione in Borsa, che forse valuterà la giovane regina dei social network cento miliardi di dollari, ecco invece Yahoo, pioniere di Internet e oggi simbolo di crisi. È vittima delle rapide trasformazioni del settore come delle proprie difficoltà di reinventarsi e tenere il passo della concorrenza.
Il prezzo di questa crisi viene pagato adesso in posti di lavoro: l'azienda ha annunciato duemila licenziamenti, il 14% dei dipendenti, che potrebbero essere solo l'assaggio di tagli ancora più drastici. Ma la riduzione dei costi anche nella Corporate America è solo un passo, e forse in questo caso il più piccolo e facile, verso il futuro.
La vera sfida per i vertici della società sarà quella di dare a Yahoo una strategia capace di interrompere anni di declino e girandole di amministratori delegati. E dopo tutti gli attesi annunci dimostrare davvero nuove capacità di crescita nel suo core business, nella pubblicità online, nel commercio elettronico, nel numero di utenti. Insomma, ancora una volta si tratterà di vincere la battaglia strategica sulla frontiera dell'innovazione.
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