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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 11 aprile 2012 alle ore 09:05.

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L'Europa attraversa un periodo delicato, ma le schiarite non mancano. E nulla brilla più dell'economia digitale con le sue potenzialità. Se saremo all'altezza della sfida, Internet potrà diventare il nuovo pilastro dell'economia.
Le potenzialità sono reali. Se l'economia digitale europea fosse un Paese la sua performance le varrebbe la partecipazione al G-20. Il suo tasso di crescita del 12% annuo supera quello cinese e per ogni posto di lavoro eliminato ne vengono creati altri due. Internet consente alle piccole imprese di raddoppiare crescita ed export; innumerevoli studi evidenziano che la rapida espansione di Internet fa da traino alla competitività. Inoltre quasi un milione di posti di lavoro in Europa gravita attorno al cloud computing. I servizi che ricorrono allo spettro radio, dalle connessioni Internet senza fili alle apparecchiature mediche, danno lavoro ad altri 3,5 milioni di persone.
Mentre negli ultimi anni la performance della Rete è stata superiore alle aspettative sotto il profilo economico e sociale, ha arrancato a livello politico.

Non si tratta solo della Primavera araba e di altri tentativi delle comunità di internauti di dimostrare quanto tengano alle libertà legate a Internet. Bisogna intervenire per promuovere il mondo digitale e collegare tra loro tutti i livelli governativi e decisionali. Per questo la Commissione europea ha invitato i Governi dei Paesi membri a costruire nuovi ponti tra il mondo politico, il settore tecnologico e i cittadini designando un'élite del mondo digitale, il "campione digitale". Sulla scia dell'impegno del Regno Unito per dare visibilità alle possibilità di Internet, lavoriamo per far capire i vantaggi del digitale agli europei.
L'impegno deve essere suggellato da connessioni Internet più rapide. Non è possibile che un'impresa di animazioni da premio Oscar come Aardman Animations debba sprecare due settimane per spedire in Rete un cartone animato di 30 minuti dal Regno Unito agli Usa. L'espansione mondiale del traffico Internet raddoppia ogni due anni. La crescita delle comunicazioni a banda larga mobile è ancor più rapida. Entro il 2015 il traffico mobile in banda larga raggiungerà 1.500 miliardi di megabyte al mese.

Alla fine spesso la soluzione ai problemi è nella semplicità. Fino all'80% dei costi degli investimenti nella banda larga sono legati a nuovi scavi e a processi di autorizzazione farraginosi. Il riutilizzo di condutture o l'accelerazione delle autorizzazioni potrebbe ridurre i costi del 30 per cento. Queste opportunità van colte e la Ue si impegna. Le esigenze non si fermano a cavi e satelliti. Abbiamo bisogno anche di capitale umano. Negli ultimi anni la richiesta di specialisti in tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (Tic) è stata superiore al numero di laureati. Entro il 2015 potrebbe esserci un surplus di 700mila posti di lavoro nelle Tic.
Tuttavia, mentre per il 90% dei nuovi posti di lavoro presto saranno necessarie almeno conoscenze informatiche di base, il 25% degli adulti in Europa non ha mai usato Internet. Il rischio di esclusione socioeconomica potrebbe riguardare molte persone e queste opportunità mancate non potranno che aumentare in futuro.

Gli imprenditori impegnati a sviluppare sul Web la prossima applicazione rivoluzionaria sarebbero felici se non dovessero districarsi tra 27 diversi sistemi di licenze e pagamento che tarpano le ali. Il mercato unico è il fiore all'occhiello dell'Europa, e come ha sottolineato Mario Monti nella relazione del 2010, oggi ne abbiamo più che mai bisogno. Per rilanciare l'economia dobbiamo estenderlo a nuovi settori. Come dimostra un recente studio, il completamento del mercato unico delle comunicazioni elettroniche apporterebbe all'economia europea fino a 110 miliardi di euro supplementari, pari all'0,8% del Pil. Bisogna dare ai nostri mercati il massimo grado di competitività possibile e agli imprenditori un mercato unico e comunicazioni elettroniche standardizzate. Internet non deve farci paura e non lo possiamo ignorare, perché ne va del nostro futuro. È un'opportunità per creare posti di lavoro e rafforzare il tessuto sociale. Internet è un potente stimolo per un'economia stanca, oltre a costituire una grande occasione per un cambiamento di rotta in Europa.

* Neelie Kroes è commissario europeo per l'agenda digitale

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