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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 06:41.
Il peccato più grave
dei partiti è trascurare
le nuove leve
Il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha ragione nel dire: «Riforme oggi, senza ulteriore indugio e trasmettiamo ai giovani la vocazione politica», ma il problema è che al di là delle malversazioni e dei loro responsabili (che ovviamente non sono la totalità dei politici), i partiti non sono più in grado di selezionare, di formare la classe politica e di rappresentare le istanze dei cittadini. In questi ultimi anni, per imporsi i partiti hanno cercato di conquistare un consenso sempre più innaturale, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Il mondo va verso una orizzontalizzazione delle funzioni che non è piu compatibile con il carattere verticistico dei partiti. Compito delle istituzioni e dei politici illuminati e non più dei partiti quindi sarà ora accompagnare senza traumi e senza particolare drammaticità interiore questa nuova fase storica della politica, non solo italiana ma mondiale verso un nuovo punto di equilibrio.
Francesco Totino
Dopo l'incontro con l'emiro
Il presidente Monti, nell'incontro con l'emiro del Qatar, ha avuto modo di apprendere che il fattore che maggiormente scoraggia gli investimenti esteri in Italia è la corruzione. Se il premier, e con lui tutto il Governo, avesse coraggio (confidando in più coraggio del povero Don Abbondio, che non avendolo non se lo poté dare...) affronterebbe subito e in modo chirurgico il problema alla radice: la corruzione nasce nella pubblica amministrazione, nelle società a controllo pubblico, nella politica. Si potrebbe iniziare con la privatizzazione delle partecipazioni societarie, la riduzione di incarichi politici, lo sfoltimento della pubblica amministrazione, l'azzeramento dei contributi pubblici ai partiti.
Corrado Griffa
Dove sono gli esuberi della Difesa
Ritengo infondata la compagna sull'esubero di personale civile del ministero della Difesa. Da diverso tempo il ministro Di Paola scrive che lo strumento militare deve essere ridimensionato riducendo il personale per guadagnare risorse a favore degli armamenti. Il ministero della Difesa non attua alcuna forma di cessione del personale civile ad altri dicasteri e/o enti locali. Il sottoscritto, dipendente civile del ministero in questione, ha avuto diverse richieste da parte di altri dicasteri che sono state puntualmente rigettate dal ministero della Difesa con la laconica motivazione: per mancanza di personale! Quindi, se il ministro scrive di avere 10mila esuberi, mi sembra abbastanza strano che si rifiuti la mobilità e/o comando ai dipendenti civili che riscuotono il gradimento di un'altra amministrazione. E ci sono centinaia di casi come il mio che si vedono respinte le domande di mobilità esterna o comando, pur sapendo degli esuberi di personale civile e militare.
Lettera firmata
Taranto
Abbassate i prezzi delle riviste
Sono un ricercatore di storia presso la Radboud Universiteit di Nijmegen (Paesi Bassi) e ho letto con grande interesse sul Sole 24 Ore Domenica del 15 aprile l'articolo di Claudio Giunta dal titolo "La cultura che fattura" sul prezzo delle riviste accademiche. Lavorando presso un'Università di un altro Paese vorrei sottolineare che le riviste del mondo accademico italiano che continueranno ad avere prezzi così esorbitanti saranno inevitabilmente eliminate dagli scaffali delle maggiori biblioteche e Università straniere, anche da quelle più sensibili e appassionate alla cultura e storia italiana, come il caso del Warburg Institute citato da Giunta segnala in maniera inequivocabile. La mancanza di fondi, fenomeno di tutta Europa, e il concomitante ampliarsi dei settori di ricerca in ogni disciplina non permettono facili rendite di posizione. Inutile dire che l'appannarsi progressivo dell'italiano come lingua internazionale di cultura, almeno in alcuni settori come letteratura, storia dell'arte, storia antica e medievale dove, nonostante tutto, ancora resiste a dispetto di una quasi totale mancanza di politiche in suo favore, avrebbe (o già ha) notevoli ricadute non solo in ambito accademico, ma anche economico e politico.
Pietro Delcorno
Nijmegen - Paesi Bassi
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