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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2012 alle ore 14:51.
Anche i piccoli bookmaker, se dotati di spirito imprenditoriale, dedizione e inventiva, possono crescere con rapidità e conseguire grandi successi finanziari. Di questi tempi si è portati a credere che solo maghi del computer, creatori di software innovativi o geni delle biotecnologie possano essere i fondatori di start-up in grado di accumulare enormi fortune con rapidità. La storia di Paddy Power, nata dalla fusione tra tre bookmaker nell'88 e diventata ottava impresa industriale irlandese, dimostra che non solo nell'high-tech ci sono folgoranti storie di successo. Negli ultimi dieci anni, l'impresa ha macinato utili con un crescita media annua del 35% e, quotata alle Borse di Londra e Dublino con una capitalizzazione ormai di 2,4 miliardi di euro , si prepara ora a sbarcare in Italia. Un Paese che lasciava in passato un ambito molto angusto alle scommesse legali private, schiacciato da un invadente monopolio statale e da un enorme mercato nero legato alla criminalità organizzata. L'Unione europea ha costretto però a liberalizzare il mercato. Non resta da sperare che, nella piena legalità e trasparenza, anche intraprendenti, piccoli bookmaker italiani sappiano crescere e avere fortuna come Paddy Power.
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