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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2012 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 06 maggio 2012 alle ore 14:07.

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Nel paese dei mille balzelli sta per spuntarne un altro. Forse l'ennesimo che ha il solo obiettivo di fare cassa. Si tratta dello junk food, una tassa sul cosiddetto cibo spazzatura che, in nome della lotta al sovrappeso e all'obesità, imporrà alle famiglie italiane un prelievo aggiuntivo di 0,50 centesimi a litro sui superalcolici e 2,5 centesimi a lattina sulle bevande gassate.

Alla fine dalle tasche dei consumatori, già fiaccati dall'erosione del potere d'acquisto, usciranno 270 milioni in direzione delle casse dello Stato spendaccione.

Anche in Italia il sovrappeso e l'obesità, specie nei bambini, è un problema che ha raggiunto livelli di attenzione. Quindi era opportuno che il ministro della Salute Renato Balduzzi se ne occupasse.

E infatti alcuni tecnici del suo ministero hanno lavorato a un tavolo insieme alle imprese produttrici di soft drink, merendine, dolci e cereali trovando un'intesa su un programma stringente di riduzione di sodio, zuccheri, grassi idrogenati entro il 2014 e sull'etichettatura nutrizionale obbligatoria entro il 2016. Diversi produttori hanno dovuto superare molti mal di pancia prima di accettare l'intesa. Ma l'hanno fatto. Allora perché adesso Balduzzi rovescia il tavolo e dichiara l'imposizione a breve di una tassa sullo junk food?

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