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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 09 maggio 2012 alle ore 08:18.
Mettere d'accordo tutti gli attori presenti sul territorio della Brianza, "polmone" industriale del made in Italy, non è stato semplice. Ma, alla fine, dopo anni di trattative e negoziati tra enti e istituzioni - comunali, provinciali, regionali, dell'industria e del commercio - il polo formativo dei mestieri del legno-arredo è cosa fatta. La vicenda insegna che la tanto sottolineata mancanza di figure professionali adeguate al sistema produttivo italiano non è una questione insormontabile. E che spesso, anzi, la causa va ricercata nel mancato coordinamento sul territorio. Nel caso brianzolo si tratta di un tessuto produttivo di ottomila aziende: finora avevano lamentato a ondate la mancanza di addetti del settore veramente preparati. In questo modo, però, scuola e impresa rischiavano di rimanere su sponde opposte, incapaci di comunicare e di crescere. Ora, invece, grazie a un paziente gioco di squadra, si è riusciti a far sistema ridando motivazioni ed entusiamo per applicarsi nelle varie fasi della filiera. Il mobile di design è peraltro un settore del made in Italy che il mondo ci invidia per il livello di qualità dei prodotti, in gran parte legato alla grande manualità di chi ci lavora. Adesso il distretto brianzolo per le professioni del legno-arredo è una scommessa già vinta e può "far scuola".
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