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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2012 alle ore 07:43.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2012 alle ore 06:40.
Il piano di Atl group per la riconversione della ex Omsa di Faenza di cui si parla a pagina 46 è una buona notizia per almeno due motivi. Perché evita una delocalizzazione (in Serbia) di marchio, macchinari e maestranze.
E perché per riuscirci ha coinvolto e convinto quattro banche del territorio. Il piano è ambizioso, ma ha un'impresa seria che lo porta avanti, dicono le aziende del credito. E in questi tempi di prestiti a maglie strette è un segnale di speranza doppia.
Certo, la forlivese Atl ha saputo coniugare innovazione e adattamento al mercato. Le calze della Omsa diventeranno divani, 1.000 al giorno per il committente Poltronesofà. Una strada alternativa a quella di chi, nel distretto della calza tra Asola e Castel Goffredo, ha provato l'innovazione di prodotto del biomedicale (alla calza medica) per uscire dalla strettoia della concorrenza sui costi che arriva da Est. In questo caso si cambia terreno di gioco, ma ci si sottrae comunque al destino triste della delocalizzazione. Tutto bene? Quasi. Per 60 delle 225 dipendenti ex Omsa, quelle che nel piano dovrebbero trovare altro impiego nel centro commerciale Le Perle - sempre nel Faentino - la strada è ancora in salita causa ritardi burocratici. L'innovazione ha (quasi) vinto, salvo gol nei recuperi.
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