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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 07:13.
L'ultima modifica è del 17 maggio 2012 alle ore 06:40.

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Intesa Sanpaolo offrirà ai propri dipendenti più "performanti" la scelta tra un premio in denaro e uno "in welfare". Alla voce produttività troveranno infatti o 1.500 euro lordi in busta paga (per la figura media) o un pacchetto di servizi che spazia sul ventaglio più ampio possibile: asili nido, rette scolastiche e universitarie, libri scolastici e campus estivi, copertura dei contributi versati per il Fondo Sanitario di gruppo, anche per i familiari a carico e non. Un "premio sociale" più che di produttività che ci pare interessante per due motivi. Innanzitutto perché è vantaggioso per tutti: i servizi erogati si associano a benefici fiscali per entrambi i contraenti, il che è di fatto un moltiplicatore del benefit stesso. La seconda ragione d'interesse sta nel fatto che il "premio sociale" traccia una frontiera: in tempi di welfare magro, sarà questa la policy di premialità delle aziende più avanzate. Non soldi maledetti e subito, ma servizi benedetti e per tutta la famiglia. Certo, Intesa Sanpaolo non è la prima azienda a muoversi su questa linea. Ma appare significativo il fatto che si muova un colosso di un settore che con l'ultimo rinnovo contrattuale ha saputo associare "moderazione salariale" e salvaguardia dell'occupazione. Il Fondo per l'occupazione dei bancari, che dovrebbe portare a 16.500 ingressi in 3 anni, è stato una frontiera. Che ora il "premio sociale" sposta in avanti.

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