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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2012 alle ore 09:13.
All'Alpe di Pampeago è arrivato il momento dei primi verdetti, anche se non definitivi e non escludo che la corsa alla vittoria finale si decida nella cronometro di domani a Milano. Pure la durissima tappa da Treviso all'Alpe di Pampeago non ha provocato distacchi irrecuperabili tra i primi. Ieri ha vinto il ceco Roman Kreuziger che ha riscattato la giornata nera di Cortina precedendo Ryder Hesjedal; il canadese ha guadagnato una manciata di secondi su Oliver Rodriguez, Michele Scarponi e Ivan Basso: a questo punto, può essere considerato in pole position anche per le sue doti di cronoman rispetto alla concorrenza.
Ancora molto equilibrio e da quanto si vede in corsa non mi sembra che qualcuno tra i pretendenti abbia più benzina degli altri. Certamente Hesjedal è una sorpresa (speriamo bene!) e sarebbe clamorosa la vittoria di un canadese in una grande corsa a tappe.
Il banco di prova di oggi è decisamente impegnativo: molto dipenderà dal recupero della fatica nel corso della nottata. Spettacolare la salita al Mortirolo su un versante inedito (poco più di 11 chilometri con una pendenza media del 10,5% con punte del 22%) che precede la scalata da Bormio allo Stelvio. Un percorso, quest'ultimo, che conosco bene, mi è famigliare perché ogni anno a luglio "mi esibisco" lungo i tornanti nel corso del Mapei Day e che spero di ripetere anche fra meno di due mesi se riuscirò a trovare la condizione. Lo Stelvio è la Cima Coppi del Giro a 2.757 metri con gli ultimi dieci chilometri sopra i 2mila e i quattro finali (particolarmente duri) oltre i 2.500. Insomma una partita tutta da giocare.
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