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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2012 alle ore 13:44.

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All'inizio del Giro non avrei immaginato di dover aspettare gli ultimi metri della cronometro di Milano per incoronare il vincitore. Veramente sorprendente! Anche la tappa di ieri, con la scalata del Mortirolo e l'arrivo sullo Stelvio, non ha sciolto i dubbi sui pronostici.

Anzi a un certo punto c'è stato un colpo di scena perchè il belga Thomas De Gendt, che ha vinto la tappa al termine di un'impresa spettacolare, si era avvicinato a pochi secondi dal primato e, soltanto, quando negli ultimi chilometri i migliori hanno schiacciato sull'acceleratore è stato ricacciato indietro. Ma non di molto: oggi il belga è quarto nella classifica generale a 2 minuti e 18 secondi da Oliver Rodriguez che ha conservato la maglia rosa incrementando di qualche secondo (ora è a 31") il vantaggio su Ryder Hesjedal. In teoria a contendersi il primato sono in quattro: Rodriguez, Hesjedal, Scarponi e De Gendt. In pratica la lotta sarà tra i primi due (favorito il canadese), ma il belga è uno specialista delle corse contro il tempo. Per vincere dovrebbe fare un numero incredibile, guadagnare 5 secondi al chilometro: mi sembra, però, fuori portata. Per come sono andate le cose non si sa mai! In ogni caso il belga ha tutte le possibilità per salire sul podio, un onore davvero meritato per quanto ha dimostrato sui tornati del Mortirolo e dello Stelvio. Ancora una volta tutti i migliori si sono sfidati negli ultimi quattro chilometri e, a pagare, è stato Ivan Basso ora quinto a oltre tre minuti da Rodriguez. A proposito del varesino devo ammettere la personale delusione, anche ieri poco brillante e mai in partita: il mio pronostico iniziale è stato smentito. Al di sotto delle aspettative anche Scarponi.

I tornanti dello Stelvio mi hanno davvero emozionato ripensando agli ultimi 22 chilometri che conosco metro dopo metro per la personale esibizione di luglio nel corso del Mapei Day. È stato avvincente vedere i professionisti salire a una velocità stratosferica rispetto a quella di noi cicloamatori. Ma sui tornanti conclusivi le bocche aperte in cerca di ossigeno erano un chiaro indizio di quella mostruosa fatica a cui ci sottoponiamo d'estate. A loro giustificazione una giornata in bicicletta con 5.900 metri di dislivello.
Oggi, dunque, suspence a Milano in una cronometro particolare perchè "cittadina" su strade che mal si adattano a sviluppare velocità e potenza. Servono piuttosto capacità di ripartenza continua; un esercizio dove lo spagnolo Rodriguez è uno specialista.

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