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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 06:38.

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Terremoto, motivo in più per celebrare la festa del 2 giugno



Non credo all'idea di bloccare i festeggiamenti per la festa della Repubblica come segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Non mi convince il ragionamento economico, poiché i soldi spesi sono poca cosa rispetto all'entità dell'intervento nelle zone distrutte ed inoltre saranno ormai già stati impegnati. Non mi convince il ragionamento logistico, visto che la distrazione di mezzi e uomini dalle attività di soccorso presumo sarebbe compatibile con la continuità di soccorso ai terremotati. Non mi convince infine il ragionamento etico, poiché non è vestendosi a lutto che si rende dignità alle vittime. Chiederei allora al Presidente Napolitano di impostare la cerimonia ricercando il senso profondo di una data che riafferma la res publica dando spazio a tutte le realtà - militari, del genio civile ed associative - che ormai quotidianamente si attivano affinché il Paese tenga e tenga per tutti, senza distinzioni.
Lettera fermata

Quai capannoni crollati col sisma
A proposito del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna, il leader del movimento 5Stelle, Beppe Grillo, scrive su Twitter che i capannoni industriali «sono venuti giù tutti come castelli di carte» e si chiede ironico «per quale magnitudo dovevano resistere». Grillo non perde occasione di fare polemica, dimostra di essere sempre in campagna elettorale, quei capannoni crollati sono semplimente frutto di una fatalità. In occasioni come queste ci vorrebbe più rispetto per i morti e per le migliaia di sfollati che devono fare i conti con un futuro non facile.
Francesco Niccolini
Parma

Politica e malumore dei cittadini
Cresce il malumore nei confronti della classe politica per il rifiuto che essa oppone a dare il buon esempio. Si avverte nei cittadini un profondo fastidio per la litigiosità dei partiti, per l'incapacità che essi mostrano nel dare risposte concrete alla corale invocazione di riforme capaci di garantire governi stabili e autorevoli. Non c'è sondaggio che non confermi il più largo consenso sulla elezione diretta del presidente della Repubblica, sul dimezzamento del numero dei parlamentari e dei loro emolumenti, sui maggiori poteri al presidente del Consiglio, su di una nuova legge elettorale uninominale. a doppio turno con ballottaggio, sul modello semipresidenzialista alla francese.
Che si aspetta?
Lettera firmata
La Spezia

Sempre gli stessi provvedimenti
Da un governo di tecnici, professori e super esperti credo sia legittimo attendersi qualcosa di più dei soliti provvedimenti di aumento tasse e imposte, che non si discostano per niente dai vari governi del passato che ad ogni emergenza provvedevano immediatamente ad intervenire sul prezzo di carburanti e tabacco.
Lettera firmata
Monfalcone (GO)

Chiudiamo le banche per 3 anni
Dopo l'ennesimo scandalo nel mondo del calcio, il premier ha suggerito di bloccare i campionati di ogni ordine per almeno tre anni in attesa che il sistema torni alla normalità. Può essere una soluzione, rischiosa ma pur sempre una soluzione (anche se gli antichi romani usavano i gioghi per tenere a bada il popolo). Vorrei far presente che in questi giorni è anche stato arrestato un banchiere, il rappresentante di quella categoria che grazie ai derivati (che sono stati spacciati a chiunque, dalle piccole imprese alle amministrazioni locali) ha fatto danni al tessuto sano e produttivo superiori a quelli del recente terremoto. Che ne dice il premier di chiudere tutte le banche per due o tre anni?
Nicola Pasta

Formigoni come Rutelli e Bossi
Con le preoccupazioni e le paure per le nuove scosse sismiche, gli italiani sono costretti a dover assistere anche alle quotidiane e penose burlesque del Presidente della Regione Lombardia.
Dopo Rutelli e Bossi, che non sapevano, anche Formigoni non sapeva delle continue vacanze all'estero, gite in barche od acquisti di ville in Sardegna. Chi fa politica deve dare il buon esempio e non "campicchiare" alla meglio, sin quando non è arrestato. Formigoni rifletta.
Mario De Florio

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