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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2012 alle ore 08:30.
L'ultima modifica è del 02 giugno 2012 alle ore 10:55.

La partita era già complessa in partenza: sostituire con tagli alla spesa il gettito atteso dal programmato aumento dell'Iva. Ora l'obiettivo pare ancor più arduo da raggiungere, poichè l'emergenza terremoto in Emilia Romagna ha indotto il Governo a prevedere accanto all'aumento di 2 centesimi dell'accisa sui carburanti anche l'utilizzo dei «fondi resi disponibili» dalla spending review. Si tratta di 2 miliardi che vanno ad aggiungersi alla dote complessiva di questa, prima ambiziosa operazione di contenimento della spesa.
Se si guarda alla sola operazione di "sostituzione" (tagli al posto di nuove tasse), l'obiettivo "minimo", peraltro niente affatto scontato, resta fissato per il 2012 a 4,2 miliardi, ma la vera partita ne vale almeno 16 a partire dal prossimo anno. A tanto ammonta infatti il gettito annuo atteso dall'aumento di due punti delle aliquote Iva del 10 e 21%, già iscritto in bilancio per effetto delle manovre del 2011. Si procede a tappe. Da un lato, la ricognizione (il cronoprogramma) affidata al commissario straordinario Enrico Bondi sugli acquisti per beni intermedi delle amministrazioni pubbliche (tra i 2,2 e i 2,7 miliardi). Dall'altro, l'indicazione dei tagli selettivi di competenza dei dicasteri (1,5 miliardi), che stando al timing fissato dalla direttiva del 3 maggio a firma del presidente del Consiglio, Mario Monti dovrebbe pervenire a breve a palazzo Chigi. Si punta a potenziare la dote del 2013 e forse già quella in programma quest'anno. Non a caso nella missiva che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha inviato a tutti i ministeri si sottolinea come i tagli dovranno essere strutturali e permanenti, con una proiezione anche per il 2013-2015.

La seconda tappa, una volta conclusasi questa prima fase di attuazione della spending review, è affidata alla prossima legge di stabilità. In quella sede, occorrerà definire un piano organico di tagli strutturali con una proiezione di almeno 16 miliardi a regime. Con quale margine reale di fattibilità?
La cautela è d'obbligo. Un Parlamento prossimo alla scadenza dovrebbe a pochi mesi dalle elezioni approvare un piano organico di tagli alla spesa, che al contrario sarebbe stato più logico e opportuno avviare a inizio legislatura. Normalmente, a ridosso di importanti scadenze elettorali a prevalere è al contrario la spinta ad allentare i cordoni della borsa, poiché storicamente la spesa pubblica è un potente volano da azionare in campagna elettorale. Anche alla luce di questa eventualità, si sta ragionando tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia a una soluzione di mezzo, che consenta di limitare al massimo i danni. In sostanza, l'aumento dell'Iva potrebbe essere circoscritto a un solo punto (dal 10 all'11%, dal 21 al 22%). Il restante gettito, comprensivo delle spese necessarie a far fronte all'emergenza terremoto, non potrà che essere assicurato da ulteriori tagli. Nel governo cresce comunque la pattuglia di quanti ritengono opportuno e doveroso cercare di evitare questo nuovo incremento del prelievo fiscale. «Credo si debba evitare l'aumento dell'Iva, però vedremo», si è limitato a osservare Monti. Qualche margine si aprirà laddove da Bruxelles giungessero, come probabile, aperture esplicite a valutare una parziale "sospensione" dal calcolo del deficit proprio delle spese dirette a far fronte a una grave calamità naturale, quale quella del terremoto. Eventualità del resto già prevista nel dispositivo originario del Patto di stabilità.

LE CIFRE IN GIOCO

Aumento iva
Gettito atteso - 16 miliardi

Il gettito annuo atteso dall'aumento di due punti delle aliquote Iva del 10 e 21%, già iscritto in bilancio per effetto delle manovre del 2011, è di 16 miliardi. L'incremento potrebbe partire dopo l'estate

Spending review
Obiettivo minimo - 4,2 miliardi

L'obiettivo "minimo" dell'operazione di sostituzione, cioè dei tagli alle spese senza incrementare la pressione fiscale, è valutato in 4,2 miliardi; ma il risultato non è peraltro scontato

Acquisti della pa
Risparmi - 2,2-2,7 mld

La ricognizione affidata al commissario straordinario Enrico Bondi sugli acquisti per beni intermedi delle amministrazioni pubbliche dovrebbe portare un risparmio tra i 2,2 e i 2,7 miliardi

Tagli ai ministeri
Economie in arrivo - 1,5 miliardi

L'indicazione dei tagli selettivi di competenza dei ministeri, stando al timing fissato dalla direttiva del 3 maggio a firma del presidente del Consiglio, dovrebbe arrivare a breve a Palazzo Chigi e portare 1,5 miliardi

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