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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2012 alle ore 07:44.
La valorizzazione delle infrastrutture, la loro ottimizzazione in reti interconnesse sono precondizioni per ridare slancio all'economia. Per questo stupisce come l'operazione di cessione della gestione del cosiddetto "porto secco" di Genova, vale a dire l'Interporto di Rivalta Scrivia, sia passata alla chetichella al gruppo belga Katoen Natie. "Bruciati" il gruppo Gavio e l'Interporto Campano.
Nel caso di cessione al gruppo di Nola si sarebbe creato, tra l'altro, il più importante polo di logistica italiano (oggi l'interporto di Nola è il primo per fatturato e quello di Rivalta il secondo), player che avrebbe contato anche sulla partecipazione del Fondo strategico italiano della Cdp. Sarebbe nata Logistica Italia, ma Meliorbanca e Mps hanno preferito vendere l'asset del gruppo Fagioli ai belgi (nonostante l'offerta fosse più bassa). Sfugge quale sia stata la logica industriale. Di sicuro c'è una cosa: l'operazione è una manna per i grandi porti del Nord Europa e il sogno dell'Italia "pontile d'Europa" per il traffico proveniente dall'Oriente può aspettare. E anche lo sviluppo.
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