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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 07:28.
L'ultima modifica è del 27 giugno 2012 alle ore 09:31.
Campione della mediazione, arte che ha imparato e perfezionato durante gli undici anni passati alla guida del partito socialista, il presidente francese François Hollande ha deciso un mini-aumento dello Smic, il salario minimo contrattuale, che non soddisfa nessuno. Non i sindacati, che chiedevano un incremento maggiore (5 punti invece di 2).
Non i due milioni e mezzo di lavoratori che dalla busta paga di luglio riceveranno 21,5 euro in più. Non le imprese, che vedranno il loro costo del lavoro aumentare invece di diminuire. Il risultato è che non ci saranno praticamente effetti sui consumi mentre è molto probabile che ci siano sull'occupazione. Secondo alcuni economisti ogni punto in più di Smic equivale a 25mila posti in meno (in larga parte di personale non qualificato nelle piccole e medie aziende). L'aumento non era previsto dal programma elettorale di Hollande. Ma si tratta di una bandiera della sinistra, quindi andava fatto. Anche se non serve a nessuno e anzi fa danni. D'altronde populismo ed efficacia raramente vanno d'accordo.
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