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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 08:26.
L'ultima modifica è del 30 giugno 2012 alle ore 10:37.

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Il Tour de France, che parte oggi con il prologo a cronometro di Liegi, si presenta a tifosi e appassionati di ciclismo meno impegnativo rispetto al recente Giro d'Italia. A scorrere l'elenco della corsa a tappe più famosa del mondo ci si accorge che di arrivi in salita (quelli che esaltano gli spettatori) ce ne sono ben pochi. Come da tradizione le prime sei frazioni sono di pianura e dobbiamo aspettarci le solite volate (e anche le solite cadute) che caratterizzano la fase iniziale del Tour. Primo arrivo in salita alla settima tappa, un traguardo che francamente non mi sembra adatto a fare grande selezione. Quest'anno le Alpi precederanno i Pirenei: ma devo ammettere che le tappe alpine non si presentano irresistibili. Più duri invece i due traguardi sui Pirenei. Insomma ben poca montagna vera e impegnativa rispetto al Giro. Di diverso, rispetto alla corsa rosa, il peso delle cronometro (oltre al prologo sono in programma altre due tappe contro il tempo rispettivamente di 41,5 e 53,5 chilometri): nei piani degli organizzatori, questa seconda inserita il penultimo giorno, potrebbe essere decisiva per assegnare la vittoria finale come nell'edizione 2011 del Tour. Resta il fatto che un centinaio di chilometri a cronometro rischiano di penalizzare i non specialisti. Per la maglia gialla vedo un duello tra Cadel Evans (vincitore un anno fa) e Bradley Wiggins con un possibile inserimento di Frank Schleck; il corridore lussemburghese se da un lato quest'anno non dovrà patire la concorrenza interna del fratello Andy che non parteciperà a causa di un infortunio, dall'altro deve dimostrare il proprio valore considerando come è saltato nelle ultime corse a tappe. Gli altri pretendenti li catalogherei come outsider; in questi giorni si dice un gran bene, quanto a stato di forma, dello spagnolo Samuel Sanchez. Poi ci potrebbero essere delle sorprese; tra queste si può segnalare il canadese Ryder Hesjedal recente vincitore del Giro d'Italia: è un ciclista di cui non conosciamo i limiti, ma non bisogna dimenticare che ha già 32 anni. E veniamo agli italiani: non mi sento di inserire Vincenzo Nibali tra i pretendenti al successo finale, piuttosto può competere per un buon piazzamento. Al Tour parteciperà anche Ivan Basso che al Giro ha deluso ma in Francia potrebbe riscattarsi anche perché al Tour negli anni scorsi ha trovato le occasioni per mettersi in mostra. Comunque il mio tifo è tutto per Cadel Evans, pupillo del nostro Centro Mapei di Castellanza. Conservo la sua maglia gialla di vincitore del Tour 2011 con la dedica che mi ha veramente commosso: «Giorgio, ce l'abbiamo fatta!». Quanto al prologo di oggi (6,4 chilometri) la battaglia sarà tra Fabian Cancellara e Wiggins. Poi una settimana di tappe per velocisti in cui sarà decisivo il ruolo delle squadre; a questo proposito mi pare che i team di Evans e Wiggins (rispettivamente Bmc e Sky) siano molto competitivi e in grado quindi di proteggere i capitani dalle insidie che sempre presentano le tappe iniziali del Tour.

IL 99° TOUR

Rincorsa al re
A caccia di Evans

Tre arrivi in salita, nove occasioni per i velocisti e 101,4 km a crono. E tante stelle a caccia di Cadel Evans, il detentore del titolo

La prima tappa
Cronoprologo da Liegi, 6,4 km tutti in pianura. Ma gli specialisti dovrebbero prendere già un lieve vantaggio

Il numero - 450mila
Il vincitore guadagnerà 450mila euro, da dividere fra compagni di squadra e staff.

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