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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2012 alle ore 08:02.
L'ultima modifica è del 05 luglio 2012 alle ore 08:49.

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L'Italia c'era già nel 1952, quando il Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire – meglio noto come Cern – venne creato da dodici governi lungimiranti. Oggi che i paesi-soci, tutti europei, sono diventati 20 (con altri sei che aspirano a entrare, fra i quali Israele), con l'aggiunta di cinque paesi-osservatori (Usa, Giappone, Turchia, India e Russia) e di 37 paesi-collaboratori (dalla Cina alla Colombia), il Cern è una specie di Nazioni Unite della della ricerca scientifica. Ma anche un grande fiore all'occhiello dell'Europa. Oggi più che mai.

Al Cern sono già stati scoperti i bosoni W e Z (che dettero il Nobel a Carlo Rubbia), è già stata creata l'antimateria (sotto forma di anti-idrogeno) e soprattutto è stato inventato il World Wide Web, la faccia moderna e civile di quell'Internet originalmente concepito dal Pentagono. Adesso che il nuovo acceleratore Lhc, nato con un investimento di 8 miliardi di euro, ha confermato l'esistenza di quel bosone che mancava al Modello Standard della fisica delle particelle, il successo planetario pare suggellato per sempre.

Invece, il bello potrebbe ancora venire. Mentre l'Lhc era in costruzione – una costruzione monumentale, perché mai è stato fatto nulla con quelle proporzioni e potenzialità – la congrega cosmopolita dei fisici del Cern dava per scontato che il Bosone di Higgs sarebbe stato trovato: era il low hanging fruit, come dicono in America, il frutto sul ramo più basso. Difatti, per scovarlo l'Lhc ha usato metà della sua potenza.

Sui rami più alti, si spera di afferrare tre frutti ben più preziosi. Il primo: scoprire di cos'è fatta quella "energia oscura" che costituisce gran parte della massa all'universo. Il secondo: confermare o smentire la Teoria delle Stringhe, una meravigliosa costruzione matematica secondo la quale le particelle sarebbero fatte di membrane che vibrano e la realtà non sarebbe in 4 dimensioni, ma in undici. Il terzo: qualsiasi altra scoperta a sorpresa, capace di illuminare il nostro Sapere scientifico.
Grazie all'Lhc, e all'Onu della scienza che anche l'Italia ha contribuito a fondare, nessuno dei tre frutti è veramente fuori dalla portata del genere umano.

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