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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2012 alle ore 07:52.
Chissà a chi interessa davvero Hugo Boss: alla Borsa di Francoforte sembra proprio che il titolo del marchio di abbigliamento maschile sia nel mirino di qualcuno che punta su una vera e propria gallina dalle uova d'oro. Come sempre, i player francesi sembrano i candidati all'acquisizione, ma non è ancora dato capire come si svilupperà il futuro. E gli italiani? Il nostro Paese esprime alcuni dei brand più prestigiosi e, secondo Euratex, rappresenta nel Vecchio continente il 31,5% della produzione dell'industria tessile-moda, il 32,6% del fatturato, il 34,7% degli investimenti, il 38,4% delle aziende. E dovrebbe chiudere il 2012 con esportazioni per 40,5 miliardi e un saldo attivo dell'interscambio di 11,6. Insomma, una posizione di leadership assoluta, nonostante le mille difficoltà che attanagliano un sistema per la stragrande maggioranza composto da imprese di piccole (anche piccolissime) e medie dimensioni. In questo contesto, sorprende come nessuno pensi di cimentarsi comunque nella creazione di gruppi d'eccellenza, in grado di salvare anche competenze che altrimenti andranno disperse (se non lo sono già).
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