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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 08:13.

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Giornata di tregua tra i big dopo le due impegnative giornate alpine. E così ieri, nella più lunga frazione del Tour (226 chilometri da Saint-Jean-de-Maurienne ad Annonay Davézieux) è tornato un "vecchio" copione; fuga partita da lontano e vittoria del britannico della Garmin, David Millar che ha preceduto il francese Jean-Christophe Péraud e, staccati di pochi secondi, gli altri tre fuggitivi. Impressionante l'immagine di Millar steso a terra dopo la linea del traguardo alla ricerca di ossigeno dopo lo sforzo agonistico; bisogna ricordare che il ciclista in passato ha avuto problemi con il doping e in seguito è diventato un testimonial dello sport pulito.

L'unica emozione della giornata è stato lo sprint del gruppo (arrivato a quasi otto minuti) con il testa a testa tra Matthew Goss e Peter Sagan impegnati nella conquista della maglia verde di leader della classifica a punti. L'australiano ha preceduto il giovane slovacco ma è stato poi squalificato per aver cambiato in maniera repentina la traiettoria penalizzandolo. Sagan si è sfogato mandando platealmente a quel paese l'avversario: in effetti, è stato danneggiato.

Dall'interno della carovana arrivano voci su qualche tensione nel team Sky. Sono gli strascichi di giovedì quando Christopher Froome ha staccato il capitano Bradley Wiggins per poi essere richiamato all'ordine. Le successive dichiarazioni, non concordanti, sembrano all'origine delle incomprensioni. Cadel Evans ha recuperto morale e fiducia e promette di tornare all'attacco nelle prossime tappe (strapotere Sky permettendo!).

Oggi altra lunga tappa senza ostacoli con un'unica asperità a 20 chilometri dall'arrivo. Un percorso adatto ai velocisti che, però, hanno accumulato molta fatica nelle ultime frazioni, basti dire che ieri il re dello sprint Mark Cavendish si è staccato già sulla prima salita.

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