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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2012 alle ore 08:02.

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Le parole più chiare sull'Ilva le ha pronunciate martedì scorso l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro: «Per giungere alla conciliazione tra il diritto al lavoro e alla salute sarà necessaria la disponibilità al sacrificio di tutti». Ieri è stato depositato l'atto di sequestro, che oggi verrà notificato all'Ilva.

L'esecuzione, con il fermo di parte degli impianti, è rinviata e l'impresa avrà tempo per fare le sue controdeduzioni nelle sedi giudiziarie. Senza che lo stabilimento venga nel frattempo fermato.
La magistratura ha il dovere di accertare se ci sono correlazioni tra l'attività dell'Ilva, l'inquinamento di Taranto, le morti degli ultimi anni e di punire eventuali responsabili.
O ccorre però serenità e ragionevolezza. Come sottolinea il ministro dell'Ambiente Corrado Clini nell'intervista che pubblichiamo qui accanto, «il giudizio sui rischi connessi ai processi industriali dell'Ilva va attualizzato». L'Ilva in questo momento rispetta le regole e le prescrizioni ambientali (grazie anche a investimenti per un miliardo fatti dalla società del gruppo Riva negli ultimi quattro anni) e il fermo dello stabilimento finirebbe per sanzionare il passato. Fatto doppiamente insensato perché comporterebbe la chiusura totale dello stabilimento e la messa in libertà degli 11.500 dipendenti del più grande polo siderurgico d'Europa.

Le manifestazioni degli operai di questi giorni a difesa della fabbrica, culminate nell'occupazione delle strade statali per Bari e Reggio Calabria avvenuta ieri, sono un segnale fortissimo delle paure di un'intera comunità. Il fermo dello stabilimento sarebbe anche un colpo durissimo per la siderurgia italiana il cui polo di Taranto rappresenta uno dei pochi siti immuni da una crisi nerissima. Chiudere l'Ilva di Taranto vorrebbe dire rendere la manifattura italiana dipendente dall'estero per le materie prime con un aggravio di costi e una perdita di competitività decisiva.
Occorre serenità e ragionevolezza. Conciliare le esigenze della giustizia con quelle della salute e del lavoro. Un'intera comunità aspetta con grande preoccupazione.

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