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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2012 alle ore 07:00.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2012 alle ore 15:21.

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Troppi giovani rovinati dall'illusione delle scommesse



Ascolto i racconti di giovani che sperperano soldi con le slot o che, ammaliati dalle luci del guadagno facile, tentano la fortuna con i Gratta e vinci. Da dove arriva questa psicosi collettiva che spinge in modo quasi ossessivo a ricercare la vincita facile che porta alla felicità? Questa psicosi attanaglia molti, in particolare i più poveri, la gente che fatica a superare la terza settimana del mese, quella attenta a ogni centesimo del portafoglio ma che pensa di poter dare una svolta alla vita. Mi chiedo chi tuteli i poveri che non sanno prendersi cura di sé in altro modo se non affidandosi alla sorte. A chi possono affidare il loro destino in modo che sia tutelato e almeno in parte sicuro da queste rovinose tentazioni? Oggi i giovani ricercano la profondità dei rapporti, non hanno bisogno di false realtà, ma di testimoni reali che possano far capire loro che un'alternativa può esistere e che per primi si sforzino di realizzarla e portarla avanti.
Simone Feder
Cooperativa Casa del Giovane - Pavia
L'esterofilia che non fa gioco
Se siamo nella situazione finanziaria in cui siamo è, a mio avviso, per un solo motivo. Siamo solo noi gli artefici dei nostri mali che sono malapolitica, sprechi, caste di vario tipo e genere. Ma vorrei aggiungere che la causa dei nostri mali è anche che siamo malati di esterofilia: sveniamo davanti a prodotti tedeschi, piuttosto che americani, cinesi piuttosto che coreani. È vero che, in alcuni casi, la scelta tra prodotti italiani e stranieri non si pone perché non produciamo alcuni prodotti. Ma, anche quando è possibile, mi pare che comprare straniero faccia più tendenza. E se decidessimo, anche soffrendo un poco in termini di qualità, di optare per i prodotti italiani a vantaggio del bene nazionale?
Alessandro Bartoli
Città di Castello (PG)
I tagli negli enti locali
Nonostante l'approvazione della spending review, mi pare che i privilegi e gli sprechi continuino a sopravvivere, basta osservare gli emolumenti e i privilegi del Palazzo e dintorni, compresi quelli dei manager pubblici. Non capisco però la situazione dei Comuni: da una parte l'Anci, l'associazione che unisce i Comuni d'Italia, annuncia "da settembre servizi a rischio", dall'altra il commissario Enrico Bondi che annuncia "dagli enti locali 10 miliardi di spese eccessive". Da che parte si trova la verità?
Lettera firmata
Nello sport come nel Paese
Non sono un grande appassionato di sport ma in questi giorni le dirette televisive dai Giochi olimpici di Londra attraggono le mie attenzioni e il mio tempo. Seguo le gare e le imprese, a volte, degli atleti della nazionale azzurra. Male, molto male nel nuoto; benissimo nel fioretto femminile; belle sorprese dalla canoa, dal canottaggio, dal tiro a volo, dal piattello. In queste due facce della spedizione azzurra a Londra mi pare di rinoscere vizi e virtù del Paese intero. I successi nella vita politica, nell'impresa, nella scuola vengono dalla buona volontà del singolo, dal suo desiderio di farcela nonostante tutto, dalla sua organizzazione: questo dimostra, ad esempio, la storia del canoista Daniele Molmenti. Nessuna struttura per allenarsi, lascia tutto e va ad allenarsi in Australia. E invece, dove il sistema deve fare da rete ai singoli, come nel caso del nuoto, non si è arrivati ai risultati auspicati. È vero che nel fioretto è accaduto esattemente l'opposto ma mi pare che questa "rondine", seppur storica nei successi italiani, non faccia primavera. I nostri successi derivano dal singolo, mai da una pianificazione, da una programmazione spalmata nel medio-lungo termine: nella vita del Paese come pure nello sport.
Lettera firmata

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