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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 15:57.

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Più condensata sicuramente, più sostanziosa si vedrà. La 69esima edizione della Mostra del cinema di Venezia parte con un ottimo programma sulla carta, meno ampio nei numeri rispetto alle edizioni passate. È stato questo il primo segno di cambiamento che Alberto Barbera, nuovo direttore della rassegna, ha voluto imprimere, rispetto alle recenti edizioni, presiedute da Marco Muller.

Via la sezione Controcampo, che ospitava il cinema italiano che non aveva trovato sbocco nel concorso e nella sezione sperimentale Orizzonti e, in più, ecco l'avvio di un mercato (si veda l'articolo a lato), perché i film proiettati non vedano solo una platea di critici, ma le sale del mondo. Tra i grandi in concorso, oltre ai maestri Terrence Malick, Kim Ki-duk, Brian De Palma, Takeshi Kitano e Paul Thomas Anderson, sono in gara anche tre nostri ottimi registi: Marco Bellocchio (che tocca il tema dell'eutanasia), Francesca Comencini (il precariato) e Daniele Ciprì (la mafia e la depressione italiana).

Fuori concorso arrivano Spike Lee con un documentario dedicato a Michael Jackson e, per restare in musica, anche Jonathan Demme che rende omaggio alla figura del cantautore Enzo Avitabile. C'è spazio per Susanne Bier con una commedia girata in Italia, per Robert Redford con una spy story, per il grande vecchio sempreverde portoghese Manoel De Oliveira, Amos Gitai e Mira Nair, che apre il festival con un film sull'estremismo islamico. La sezione Orizzonti, ospita promettenti sorprese tra cui L'intervallo di Leonardo Di Costanzo e Bellas Mariposas di Salvatore Mereu. Tra le sezioni "corsare" da segnalare Muffa del turco Ali Aydin, uno dei sette film della settimana della critica, che i ben informati raccontano come una pellicola di intensa poesia, e il molto atteso La città ideale, esordio alla regia di Luigi Lo Cascio. Nelle Giornate degli autori oltre ai tanti bei nomi, c'è curiosità per Il gemello di Vincenzo Marra e Acciaio di Stefano Mordini, tratto dall'omonimo libro di Silvia Avallone.

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