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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 07:40.

Buone notizie sul fronte del commercio estero. I dati di luglio dicono che l'export è in crescita sull'anno precedente del 9,5%. Verso il Sud est asiatico si arriva a punte che sfiorano il 30%, così anche verso l'area Opec (+20,6%), ma anche mercati "tradizionali" come quello statunitense (+21,8%) e giapponese (+20,3%) mostrano segni di vitalità.

Il risultato è che la nostra bilancia commerciale migliora: con l'attivo di quasi due miliardi a luglio il bilancio da inizio anno è in rosso per 3,3 miliardi, quasi 15 in meno sul 2011.
Questi dati svelano ancora una volta una verità semplice. Che la torsione della recessione più grave dal Dopoguerra non ha strozzato le aziende più vitali e dinamiche, quelle che sanno giocare sullo scacchiere internazionale. Naturalmente non è stato - e non sarà ancora - un processo indolore. Siamo nel mezzo di una ristrutturazione competitiva, che lascia sul campo molti e manda più avanti gli altri. Ma a giudicare dall'export, non sono pochi quelli che hanno saputo resistere. E rilanciare.

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