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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2012 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2012 alle ore 08:57.

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Oltre sei milioni di persone hanno visitato nel mondo la mostra Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi, promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 Ore Cultura con il museo francese, che si apre oggi a Palazzo Reale a Milano, unica tappa europea di un itinerario che l'ha portata dal Giappone alla Russia, da Abu Dhabi agli Stati Uniti, dall'Australia alla Cina.

E che il capoluogo lombardo ha accolto ieri a braccia aperte, svelandone la bellezza a un primo gruppo di appassionati, tra cui il presidente del Gruppo 24 Ore, Giancarlo Cerutti, l'ad Donatella Treu, il direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, l'ad di 24 Ore Cultura Natalina Costa, il numero uno di Unipol Pierluigi Stefanini e l'ad Carlo Cimbri, l'assessore del Comune di Milano, Stefano Boeri. Durante lo speech anche l'emozione della voce del poeta Evgenij Evtushenko, che ha ricordato l'incontro con l'artista spagnolo nella seconda metà degli anni 60 e ha letto la poesia Guardando un dipinto di Picasso.

L'occasione della mostra è stata offerta dalla chiusura per restauri, fino al 2013, dell'Hotel Salé, il palazzo seicentesco che a Parigi ospita il museo creato grazie alla legge (geniale) della "dation", voluta nel 1968 dall'allora ministro della Cultura francese André Malraux, che permette agli eredi degli artisti di pagare le tasse di successione con opere d'arte. E poiché Picasso alla sua morte (nel 1973) era una sorta di monumento vivente e il valore dei suoi lavori era già allora vertiginoso, il Musée Picasso può contare su ben cinquemila opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, ceramiche, selezionati (con diritto di prima scelta) dagli studiosi incaricati dallo Stato fra le 70 mila opere rimaste negli studi e nelle residenze dell'artista.

Questa, curata da Anne Baldassari, è la terza, grande mostra di Picasso che Milano presenta in Palazzo Reale e si apre a quasi 60 anni da quella memorabile del 1953, in cui lui stesso accettò di prestare alla sola Milano (e non alla tappa inaugurale di Roma) un'icona come Guernica. Solo a patto, però, che fosse esposta nella Sala delle Cariatidi devastata dalla guerra. E si può davvero dire senza timore di smentita che la mostra di oggi non abbia nulla da invidiare a quella: per le 250 opere magnifiche che esibisce, che documentano al meglio l'intera sua vita d'artista, esposte dalla curatrice in sezioni ordinate cronologicamente, dal 1900 al 1972, ma con momenti di approfondimento su temi di particolare significato, e anche per l'allestimento sobrio e sofisticato di Italo Lupi Ico Migliore e Mara Servetto.

Manca Guernica, è vero, ma l'opera, oggi inamovibile, è evocata efficacemente nella sezione d'apertura, curata da Francesco Poli nella Sala della Cariatidi: qui, su uno schermo, scorrono le immagini con cui la famosa fotografa Dora Maar, in quel momento compagna di Picasso, documentò la gestazione del dipinto. Mentre una ricca sezione documentaria, nelle Sale storiche, ripercorre l'evento del 1953. Anche allora, ha notato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri, Milano viveva un momento doloroso, ancora lacerata dalle ferite della guerra (e fu proprio Picasso a chiedere, e ottenere, che la Sala delle Cariatidi non fosse restaurata, a «perenne memento della follia della guerra»).

Quanto alla mostra successiva di Picasso, fu inaugurata in Palazzo Reale nell'ottobre del 2001, in una città sgomenta per l'attentato alle Torri Gemelle. Ora siamo tutti consapevoli di stare vivendo una stagione se non drammatica come quella, di gravissima crisi mondiale: la speranza, ha auspicato il presidente del Gruppo 24 Ore, Giancarlo Cerutti, è che anche ora l'arte di Picasso, così vitale e accesa da tante passioni, «rappresenti un segnale di positività, una spinta a superare le difficoltà che il nostro Paese, e l'Europa intera, stanno vivendo».

Un'affermazione non certo di circostanza questa, come è provato dall'impegno costante messo in atto dall'intero Gruppo nei confronti della cultura, dalle pagine culturali della "Domenica" al fortunato Manifesto che proprio la "Domenica" ha lanciato, alle mostre e ai libri di 24 Ore Cultura. E fra breve, ha anticipato il presidente, con «gli Stati Generali della Cultura: una giornata di studi in cui faremo il punto sulla cultura di questo Paese, perché siamo convinti che essa possa rappresentare un elemento potente di forza economica. Così come siamo convinti che un grande gruppo come il nostro debba essere un motore di sviluppo sociale per il territorio».

IL RITORNO A MILANO
La rassegna
Fino al 6 gennaio, la mostra, curata da Anne Baldassari, presidente del Musée National Picasso di Parigi, presenta oltre 250 capolavori tra dipinti, disegni, sculture e fotografie. A Palazzo Reale torna il maestro spagnolo dopo le grandi esposizioni del 1953 e del 2001.
La visita
Dal lunedì al mercoledì la mostra è aperta dalle 8.30 alle 19.30; dal giovedì alla domenica con orario 9.30-23.30. Attraverso il web (www.mostrapicasso.it) o con una telefonata allo 0254911 si possono prenotare i biglietti: intero 9 euro, ridotto 7,50 euro e ridotto speciale 4,50 euro.

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