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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2012 alle ore 08:15.

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La scuola italiana è «modernissima» ma con poca qualità



Il programma per il concorso a cattedra, rilasciato dal Miur per selezionare i futuri insegnanti delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria, è del tutto analogo a quello di un ospedale che intende selezionare chirurghi in base all'abilità di maneggiare il bisturi. Il ministero, infatti, ha cestinato un principio universalmente condiviso e applicato che postula: le politiche del personale trovano la loro significatività nei caratteri dell'ambiente in cui avverrà l'inserimento degli aspiranti al posto di lavoro. Se si considera che la legge ha disegnato un modello di scuola finalizzato alla «promozione di capacità e di competenze attraverso conoscenze e abilità» si coglie la distanza tra la buona amministrazione e la prassi corrente.
Enrico Maranzana
Vista dall'esterno, la scuola italiana è modernissima, considerata la dose massiccia di "riforme" cui è stata sottoposta negli ultimi anni. L'ammodernamento non sembra però essere andato di pari passo con l'innalzamento qualitativo, visti i risultati nelle classifiche internazionali sulle performance scolastiche. Una descrizione disincantata del modernismo spesso solo lessicale applicato alla scuola l'ho trovata in questi giorni nel libro di un maestro di scuola elementare, fiero della propria professione (Livio Romano, "Diario elementare", Fernandel). Sono tutt'altro che scandalizzato che un insegnante, per andare in cattedra, debba conoscere la disciplina che è chiamato a insegnare: e attribuirei priorità a queste competenze rispetto a vaghe inclinazioni sociologiche che hanno devastato l'insegnamento (non solo in Italia). E sarò passatista, ma quando mi è capitato di andare sotto i ferri ho cercato anch'io un medico esperto di bisturi.
Ad Alcoa servirebbe il fotovoltaico
Da tre anni ho installato sul tetto della mia villetta un impianto fotovoltaico con scambio sul posto che, a parte l'investimento iniziale che con i rimborsi del GSE ritengo di ammortizzare nel giro di circa dodici anni, mi fa risparmiare oltre il 50% della bolletta elettrica. Poiché il problema dell'Alcoa - che è un'azienda che divora tanta energia elettrica - è il prezzo eccessivo del kilowatt-ora in Italia, non potrebbe essere risolto (in Sardegna c'è sole e vento) con l'installazione di impianti fotovoltaico ed eolico? Un mutuo ventennale con le banche con rate costituite dai rimborsi del Gse eviterebbe all'azienda di impegnare risorse.
Domenico Dorsi
Cernusco sul Naviglio (MI)
Speculatori e vendite allo scoperto
Dal 14 settembre, data dalla quale sono state riammesse le vendite allo scoperto, le banche italiane hanno perso in media l'11%, contro la metà delle altre banche europee. Le vendite allo scoperto servono solo alla speculazione. Il mercato ha bisogno di investimenti sani e non di giochetti delle tre carte
Lettera firmata
Quella luce che vede Monti
Il Pil scende del 2,4% ma Monti vede in queste cifre la luce, intesa come ripresa. Se il crollo del Pil fosse stato più consistente, cosa sarebbe riuscito a vedere?
Lettera firmata
I procedimenti penali di Vendola
All'interno del Pd, aumentano le perplessità sulla candidatura di Vendola alle primarie, oltre che per le posizioni sui gay (matrimonio e figli), anche per le sue tesi sull'art. 18 (assoluta intransigenza). Nessuno, però, al di là del trascurabile disastro della sanità pugliese, ricorda i veri motivi ostativi - quelli abitualmente rinfacciati agli avversari politici - ovvero gli attuali procedimenti penali a carico di Nichi.
Enrico Pagano
Le reali funzioni di Fiera Milano
Con riferimento all'articolo pubblicato dal Sole 24Ore venerdì 21 settembre (pagina 44), con il titolo “Fiere unite nell'appello al Governo” precisiamo che l'amministratore delegato di Fiera Milano, Enrico Pazzali, ha dichiarato che Fiera Milano «gestisce e implementa i prodotti fieristici» e non – come invece riportato – che la «Fondazione gestisce» e il «management implementa».
Sergio Pravettoni
Ufficio Stampa Fiera Milano
Prendiamo atto della precisazione del dott. Pazzali. Deve essersi trattato di un lapsus.

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