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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2012 alle ore 07:58.
L'ultima modifica è del 27 settembre 2012 alle ore 10:31.

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L'analisi dei dati presuppone quindi che ci siano due campioni casuali, il più possibile simili, e quindi confrontabili, salvo il fatto che alcuni hanno usufruito delle misure alternative e altri no. «Il confronto tra il tasso di recidiva nei due campioni ci darà quindi una misura abbastanza attendibile dell'effetto causale delle misure alternative», conclude Terlizzese. Una volta appurato il nesso causale, si passerà alla fase 2 della ricerca, per calcolare costi e benefici di recidiva e misure alternative.

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