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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2012 alle ore 08:14.
Quando la scuola
oscura
la nostra cultura
Sfogliando il libro di storia di mia figlia (1 media) ho notato che non c'è nessun riferimento alla nascita e al significato del Cristianesimo. Nemmeno si cita la nascita di Gesù come fatto storico. In compenso sono dedicate ben 4 pagine alla figura di Maometto, con gran ricchezza di particolari sulla sua "straordinaria vita". Non ho nulla in contrario che si parli di Islam, ma non capisco per quale motivo si debba trascurare anzi rinnegare la nostra cultura. Parlo di cultura e non di religione, perché si tratta di una questione di formazione culturale. Tra l'altro nella scuola frequentata da mia figlia si studia "educazione al patrimonio artistico della zona" e mi chiedo come si può prescindere dalla conoscenza del Cristianesimo che ha generato la maggior parte di questo patrimonio. Penso che la stessa domanda se la pongano tanti altri genitori.
Lettera firmata
Prato (FI)
Qualche anno fa, un Rotary di Milano assegnava un premio ai libri di testo immuni da deformazioni ideologiche, allora pencolanti piuttosto a sinistra. Caduto il comunismo, il premio venne meno: forse andrebbe ripristinato, per segnalare i libri immuni dalla tentazione del conformismo e della correttezza politica. Se le cose stanno come le descrive il lettore, sono dalla sua parte. Non occorre essere baciapile per riconoscere il ruolo che il cristianesimo (fondato da Gesù di Nazareth) ha svolto nella civiltà mondiale. «Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuta»: parole di papa Benedetto. Attenzione, però: di un papa laico, Benedetto Croce. Quella del libro, perciò, è un'operazione goffa culturalmente, e pericolosa politicamente: perché è proprio lo strappo dalla propria cultura che favorisce poi la chiusura e l'intolleranza delle comunità. Più in generale, se crediamo davvero che la scuola debba formare cittadini critici, non possiamo affidarci all'integralismo, sia esso di stampo religioso o secolarista.
Poco felice l'esordio dei Beatles
Cinquant'anni fa usciva “Love me Do”, il primo singolo dei Beatles che si ritiene abbia cambiato la storia della musica. Può essere anche vero. Per onestà occorrerebbe però tener presente che in quei tempi non c'erano soltanto i Beatles ad innovare la musica, c'erano anche altri "mostri sacri" come i Rolling Stones o l'insieme di gruppi che nascevano in quegli anni non solo in Inghilterra ma un po' ovunque. Come esordio, poi, non lo ritengo particolarmente felice. Almeno quanto a banalità del testo. Il capolavoro poetico recita: «Amami, lo sai che ti amo, sarà sempre vero, per cui per favore amami». Tutto fatto in rima per mantenere la U finale ad ogni verso. Era così conciata male la musica di quegli anni per riuscire ad essere cambiata con un'innovazione simile?
Laura Poustis
Fini e gli incidenti alla Diaz
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, critica Berlusconi, ma soprattutto il berlusconismo. Ha tutto il diritto di farlo. Solo che fino a poco tempo fa lo stesso Fini era un sodale del medesimo Berlusconi, appariva con l'on Casini sui palchi e saltellava insieme a Silvio. Ieri Fini ha detto che i fatti successi all'interno della scuola Diaz, durante lo svolgimento del G8 di Genova, «gettano un'ombra sulla credibilità della nostra democrazia». In quelle tristi giornate di luglio l'on. Fini sembrava sposare però senza porsi troppe domande le tesi del capo della polizia, condannando i manifestanti senza distinzione di sorte. Mi sorge il dubbio che ci abbia preso un po' in giro.
Bruno Novelli
Varazze (Savona)
L'abbattimento di Punta Perotti
Negli anni '90 il Comune di Bari concesse a diversi gruppi edilizi la costruzione del complesso edilizio di Punta Perotti. In questi giorni la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato lo stato italiano a pagare ai costruttori di Punta Perrotti 49 milioni di euro. Il risarcimento nasce dal contenzioso giudiziario legato all'abbattimento dei palazzi sul litorale barese. Ho letto che gli edifici furono costruiti con l'avvallo del Comune di Bari. A questo punto sarebbe interessante sapere: a) che fine hanno fatto i dirigenti che accordarono le concessioni edilizie? b) perché non fare pagare la multa al Comune di Bari e a quei solerti funzionari?
Silvano Stoppa
Cesano Boscone (MI)
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