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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2012 alle ore 07:40.

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I dazi definitivi imposti ieri dal dipartimento Usa al commercio sull'import di pannelli solari made in China alzano una prima significativa barriera a difesa dell'industria americana del fotovoltaico, colpita duramente dalla concorrenza spesso sleale dei cinesi. In Europa invece la Commissione ha avviato solo un'indagine preliminare per valutare se Pechino ha violato le regole del commercio internazionale.

Ancora una volta sono gli Stati Uniti a dettare la linea mentre l'Europa traccheggia. Angela Merkel, durante una recente visita di Stato in Cina, aveva frenato sull'ipotesi di applicare dazi sui pannelli solari cinesi per non irritare un partner sempre più importante per l'industria tedesca. La realtà però è che il dumping cinese, unito al taglio dei sussidi, ha inferto un colpo durissimo ai produttori europei e nordamericani del fotovoltaico. Ora l'industria Usa ha un'arma in più con cui difendersi, quella europea non ancora.

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