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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2012 alle ore 08:27.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2012 alle ore 09:04.

Papa Giovanni Paolo II lo definì "l'apostolo degli ammalati". E il libro Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo (Edizioni Cvs) racconta la storia del sacerdote nato a Casale Monferrato, nell'Alessandrino, che sarà proclamato beato il prossimo 11 maggio 2013, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma. Una vita dedicata agli ammalati, ai disabili, alla sofferenza, all'emancipazione attraverso il lavoro e l'integrazione.

Fondatore del Centro volontari della sofferenza e dei silenziosi operai della Croce, monsignor Luigi Novarese ha costruito molto in vita: case di cura - una in Piemonte, a Moncrivello, in provincia di Vercelli - , centri di assistenza e laboratori per disabili. Il volume, scritto dal giornalista Mauro Anselmo, è stato presentato ieri nelle sale dell'Accademia Filarmonica di Casale, alla presenza di Giancarlo Cerutti, presidente del Gruppo Sole 24 Ore e figlio della nipote di Novarese.

«Per tutta la vita - spiega l'autore - don Luigi ha avuto a che fare con la sofferenza. Prima come ragazzo colpito da una gravissima forma di tubercolosi ossea (malattia per la quale nella prima metà del Novecento non esisteva una cura), poi, dopo la guarigione definita "inspiegabile" dai medici, dedicando la propria esistenza agli infermi. Da ex ammalato che aveva scoperto dentro di sé le potenzialità terapeutiche di una pratica spirituale capace di condurlo all'incontro con il Cristo risorto, Novarese non ha fatto altro, per tutta la vita, che insegnare agli ammalati l'importanza di questa scoperta. È stato il medico della guarigione interiore. Un esploratore delle risorse dello spirito nei limiti del corpo sofferente».

Parla del futuro beato l'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, membro della famiglia fondata da monsignor Novarese, spiega la vita di questo sacerdote come se fosse nato in terra piemontese. «In tempi di grande trasformazione - dice l'arcivescovo Romeo - seppe vedere nell'ammalato un soggetto non soltanto un oggetto dell'attenzione della chiesa».

«La missione sacerdotale alla quale Novarese è stato chiamato da Dio - ha scritto nella prefazione il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone - è stata quella di affrontare la domanda angosciosa del mondo sul perché della malattia e della sofferenza (domanda che da sempre rischia di separare l'uomo da Dio), facendo leva sui valori dello spirito della persona sofferente; valori che, insieme alle migliori cure dettate dalla scienza medica, fanno del percorso verso la guarigione un'esperienza dal senso profondamente ricco e umano. Lo spirito può diventare così cura per il corpo».

Sofferenza, dolore, emarginazione, impegno: questi i temi al centro dell'opera di monsignor Novarese. Un'opera a tratti innovativa e che ha anticipato i tempi, un'opera sull'attenzione verso integrazione ed emancipazione, quella che si può raggiungere con il lavoro o anche abbattendo le barriere architettoniche, come accadde negli anni Cinquanta, quando costruì la casa per gli esercizi spirituali riservata ai disabili, nel Verbano.

Luigi Novarese nasce il 29 luglio 1914 a Casale Monferrato, provincia di Alessandria. Viene ordinato sacerdote nel 1938 e lavora alla Segreteria di Stato Vaticana fino al 1970. Muore, a settant'anni, a Rocca Priora, vicino a Roma, nel luglio 1984.

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