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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 06:20.
Sembra un dispetto agli Stati Uniti, troppo presi dalle ultime battute della campagna elettorale, per occuparsi di altro. L'emiro del Qatar arriva d'improvviso in visita a Gaza, spezzando l'isolamento della striscia, imposto da Israele. Hamas, il movimento islamico palestinese che governa a Gaza, è nella lista americana delle organizzazioni terroristiche. Ma nel Medio Oriente che cambia, questo ostacolo è meno rilevante di prima.
È difficile che Shekh al-Thani si sia imbarcato in un viaggio così delicato, portando 250 milioni di dollari per la ricostruzione della striscia, senza l'accordo americano e quanto meno il silenzio israeliano. E senza averlo concordato con il nuovo governo egiziano di Mohamed Morsi, che sostiene Hamas ma al tempo stesso ne controlla da vicino i movimenti per evitare altre sorprese dei gruppi salafisti. L'obiettivo dell'emiro del Qatar è probabilmente il fronte politico islamico che dopo le Primavere è al potere in importanti Paesi. L'idea di un Islam di governo moderato, al quale al-Thani crede, non passa senza la trasformazione di Hamas.
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