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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 06:55.
Il crollo di due anni fa della Domus dei Gladiatori è stato per Pompei un punto di non ritorno. Crollare o ripartire era la scelta. Oggi, stando a quanto si scrive a pagina 46, si riparte. Con un partner privato e straniero - Toshiba - prova dell'attrattività del sito e della cittadina. L'ingresso di capitali freschi darà fiato alle casse e spinta a soluzioni innovative che promettono di trainare i flussi turistici.
Sarà mappato l'intero sito per prevenire altri crolli. Sarà creata una sorta di visita virtuale (anche in notturna) che aggiungerà fascino a fascino. Il tutto - come ad Ercolano dove a intervenire è la fondazione Packard - con gli stranieri in ruolo di supplenza per un made in Italy che mostra crepe. Problemi di soldi. E di governance. Perché certo non c'è da scandalizzarsi, se sul cancello di Pompei sarà visibile un giorno il logo di chi ha contribuito a risanarle il sito. Anzi ben vengano altre sinergie del genere. E tuttavia resta una punta di amaro a pensare a quel che in passato, da parte di tutti gli attori pubblici, non si è fatto prima di arrivare oggi ad affidarsi a uno sponsor.
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