Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2012 alle ore 06:50.

My24

Il quotidiano affanno dello spread spesso ci impedisce di cogliere il fatto che nel frattempo, sia pur con velocità più lenta di quella apprezzata dai mercati finanziari, gli squilibri all'interno dell'Eurozona si stanno riducendo. Il che giustifica - al di là di tutta la polemica tra Paesi più o meno virtuosi, e tra Paesi più o meno indebitati - la scelta fatta vent'anni fa di rinunciare alle proprie monete.

Merita riflettere su due meccanismi di aggiustamento - reali prima ancora che finanziari - che sono in corso, e che non essendo pienamente misurati (da un punto di vista statistico) finiscono con l'essere sottovalutati nei loro effetti.
Il primo meccanismo di aggiustamento riguarda l'operare del mercato del lavoro. In proposito, fa piacere scoprire che ciò che da 50 anni insegnamo agli studenti è dopotutto vero. Si ricorderà che nel famoso lavoro del 1961 di Mundell sulle condizioni da soddisfare perché due Paesi potessero rinunciare alla propria moneta - adottandone una comune - il primo e più importante criterio fosse indicato nella mobilità del lavoro. Se c'è uno shock asimmetrico - che ha cioè effetti opposti sui due Paesi - i lavoratori si spostano dal Paese dove la domanda di lavoro si riduce verso quello dove la domanda di lavoro aumenta. Si stima che in questi due anni un milione di lavoratori greci e spagnoli - altrimenti disoccupati - abbia trovato lavoro in Germania.

La notizia significa che l'Eurozona è più vicina a rispettare il fondamentale criterio di un'area monetaria ottimale. Certo, possiamo discutere se non sarebbe stato meglio avere a disposizione anche altri strumenti per correggere quel problema (ad esempio, ma per ora nessuno lo propone, una Cassa Integrazione Guadagni europea e non nazionale). E possiamo ben discutere di politiche industriali nei Paesi della periferia europea (se non vogliamo che la specializzazione che la crisi va accentuando significhi che alla fine l'industria resterà solo in Germania). Resta il fatto che senza alcuna mobilità del lavoro, all'interno dell'Eurozona, neppure in presenza di una crisi come questa, avremmo dovuto convenire che un errore era stato commesso 20 anni fa, e prima lo riconoscevamo meglio era.
Il secondo meccanismo riguarda anche questo l'aggiustamento reale che procede "all'insaputa" dei mercati finanziari. Questi riescono a dare un prezzo - via aumento dello spread - ai risultati delle elezioni regionali in Sicilia, ma poi non si accorgono di come si modificano le filiere industriali in Europa, sia dal punto di vista proprietario sia dal punto di vista della matrice input-output.

Sto facendo riferimento alle acquisizioni tedesche di parti di valore della nostra industria. Da Torino a Trieste a Bologna : continua ad aumentare l'industria tedesca in Italia, da un punto di vista proprietario. Ed è stata sostanzialmente sottovalutata la notizia dell'incontro avvenuto a Torino, nell'estate scorsa, tra il Gruppo Volkswagen da un lato e l' ex-indotto Fiat dall'altro.
Anche questi meccanismi di aggiustamento, molto più strutturali e quindi permanenti, anzi con effetti che si cumulano nel tempo, non sono correttamente valutati quando ci si concentra sul dato puramente finanziario, che i mercati misurano in ciascun istante e che è spesso caratterizzato da miopia e quindi da incredibile volatilità. O sul solo dato politico - come quando si dedicano pagine a studiare i pettegolezzi sulla Cancelliera tedesca - dimenticando di rilevare e capire le sottostanti strategie industriali, che sono poi quelle più tipiche del lungo periodo.
Da questo punto di vista - senza con ciò voler banalizzare la gravità della crisi attuale - ne esce confermata la valutazione che il Presidente Draghi è riuscito a far assumere questa estate alla Bce - con una maggioranza all'interno del Board che il Chairman della Fed, Bernanke, gli invidia - e cioè che la moneta comune non ha alternative migliori, per nessuno dei suoi membri.

Shopping24

Dai nostri archivi