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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2012 alle ore 07:30.

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Se esistono, dove sono i filmati? E quali immagini contengono? C'è da augurarsi che il "caso Spinelli" altro non sia che il frutto dell'ingegno marcio di una banda di balordi. Roba da cronaca di serie B, a dispetto delle scarpe di serie A Milan- rossonere (calzate dal "capo", Francesco Leone, ex collaboratore di giustizia) che hanno contribuito ad indirizzare con successo le indagini.
In caso contrario c'è da preoccuparsi. E molto. Giuseppe Spinelli, sequestrato a metà ottobre in casa per una notte assieme a sua moglie, non è un ragioniere qualunque. È il contabile di fiducia dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l'uomo cui l'ex premier aveva tra l'altro delegato i pagamenti per le ragazze delle famose serate di Arcore.

Il sequestro lampo sarebbe scattato per usare Spinelli come intermediario per proporre a Berlusconi l'acquisto, per 35 milioni, di carte (e video) scottanti che avrebbero potuto ribaltare la sentenza (favorevole a Carlo De Benedetti) sul Lodo Mondadori costata a Berlusconi 500 milioni a titolo di risarcimento. Non solo. I sequestratori avrebbero fatto riferimento in particolare anche a un video che vedrebbe impegnato il presidente della Camera Gianfranco Fini a discutere con alcuni magistrati la necessità di "azzoppare" l'ex premier.
Di fronte ad una cattiva quanto fantasiosa sceneggiatura potrebbe bastare un'alzata di spalle. Però il contesto è di quelli scivolosi, da zona grigia dove le domande crescono e non scemano. Perché ci sono fatti (al di là dell'arresto dei tre italiani e dei tre albanesi) che inquietano.

Punto primo: la banda stava provando a prelevare in banca circa 8 milioni di euro. Punto secondo: gli avvocati di Berlusconi denunciano il sequestro di Spinelli ai magistrati dopo oltre 30 ore dal fatto e dopo che la scorta di Berlusconi aveva, per un'intera giornata, portato in luogo "segreto e sicuro" Spinelli dopo che questi si era precipitato a casa Berlusconi per convincerlo che le carte e i video erano "validi" e che bisognava acquistarli.
Perché questo ritardo? E cosa sono questi 8 milioni? Il frutto di un riscatto pagato dopo il rilascio degli ostaggi? O il dividendo degli affari illeciti dell'ex pentito Leone, sul quale aleggia peraltro l'ipotesi del settimo uomo, il possibile mandante?
Prima si farà chiarezza fino in fondo meglio sarà. La figura di un ex presidente del Consiglio, protagonista della vita politica italiana negli ultimi vent'anni, non è un profilo qualunque. E lo Stato non può permettersi di galleggiare nella zona grigia, tra ombre e ricatti.

twitter@guidogentili1

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