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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 06:40.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2012 alle ore 08:10.

I padroni della tecnologia costringono i produttori di contenuti a riorganizzarsi, un processo inevitabile nell'era del digitale. E capita così che aziende come Amazon, Google, Facebook o Twitter siano diventate le autostrade indispensabili per arrivare ai consumatori. Capita anche per i libri e questo sta portando i big del settore al consolidamento, come dimostra la recente fusione tra Bertelsmann-Pearson con Random House-Penguin.
Murdoch, però, starebbe pensando a un'altra "zampata" e avrebbe in programma, secondo il «Wall Street Journal», l'acquisizione di una casa editrice storica come la Simon & Schuster appartenente al gruppo Cbs. Il risultato, alla fine di questo processo, è che il mondo dei media sarà popolato da un numero sempre minori di attori sempre più grandi. Si chiama concentrazione. Un male, ovviamente, perché alla fine ne andrebbe della pluralità dell'informazione. Starà alle autorità Antitrust vigilare affinché la democrazia digitale non si trasformi in oligopolio.

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