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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2012 alle ore 06:48.
L'ultima modifica è del 29 novembre 2012 alle ore 07:05.

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La «ghigliottina si è fermata» per i precari della Pa. La dichiarazione del capo dipartimento Funzione Pubblica, Antonio Naddeo, ieri ha fatto capire che il via libera del Consiglio dei ministri alla possibilità di proroga di 6-7 mesi per i contratti a termine in scadenza è molto probabile. Si tratta di una soluzione tampone e a costo zero. Non una stabilizzazione generalizzata, che in questo momento sarebbe insostenibile per le casse dello Stato. Le amministrazioni potranno procedere alla proroga dei contratti fino a luglio se avranno il budget per farlo e fermo restando il vincolo su questa voce di spesa introdotto nel 2010, con il taglio del 50% delle risorse fino alla fine del 2013. Nella pratica tutti i contratti in scadenza entro fine anno o nei primi mesi del 2013, ovvero gran parte dei 250mila rilevati dalla Ragioneria, avranno la proroga. E nei mesi guadagnati la Funzione Pubblica e i sindacati potranno lavorare al tavolo dell'Aran per la definizione dell'Accordo quadro che fisserà le regole per gestire il lavoro flessibile negli anni a venire. Come assumere con un contratto a termine, con quali causali, quali deroghe ammettere al limite massimo dei 36 mesi e quali termini rispettare per i rinnovi. Nel testo che verrà portato in Consiglio dei ministri da Filippo Patroni Griffi c'è anche l'ipotesi di una riserva da garantire nei concorsi futuri ai «terministi», la cui esperienza passata varrà come titolo di merito. Anche questa è un'apertura importante, perchè il precariato pubblico non ha mai avuto la prospettiva dell'assunzione scontata. Anzi negli ultimi anni molti di questi lavoratori il posto l'hanno spesso perduto, visto che si è passati dai 386.961 del 2007 ai 250.881 del 2011 (-35%).

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