Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2012 alle ore 08:30.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2012 alle ore 09:08.

My24

Un recente documento della Commissione Ue presenta una preoccupante situazione del trasporto aereo europeo, settore che occupa 5 milioni di persone e contribuisce per il 2,4% al Pil dell'Unione europea. A causa della crisi economica, nel 2012 le compagnie aeree europee presenteranno perdite di bilancio di circa 1,1 miliardi di dollari, ma le previsioni a lungo termine continuano a mostrare una crescita media di questo settore del 5% annuo fino al 2030.

Il problema è che questa crescita avverrà soprattutto nella regione Asia-Pacifico, che nel 2030 si prevede sarà leader del trasporto aereo mondiale con il 38% del traffico. Conseguentemente, la quota di mercato delle compagnie europee si ridurrà dall'attuale 29% al 20 per cento.

A fronte di questa situazione preoccupante per il trasporto aereo europeo, la Commissione Ue prevede tre aree d'intervento.
La prima riguarda la revisione o la conclusione di nuovi accordi con i maggiori partner aeronautici mondiali come Cina, India e Russia, e con i Paesi confinanti, come Ucraina, Turchia e i Paesi del Mediterraneo. Questo servirebbe a offrire maggiori opportunità ai vettori europei e un maggior traffico verso gli hub del Vecchio continente.

La seconda riguarda l'aggiornamento della normativa sulla concorrenza al fine di meglio proteggere gli interessi europei dalle pratiche di sleale concorrenza tollerate da Paesi non-Ue.

La terza riguarda la proprietà e il controllo effettivo delle compagnie aeree. La politica che la Commissione europea vuole perseguire è quella di eliminare i vincoli alla proprietà (49% in Europa e 25% negli Stati Uniti) per facilitare il ricorso a capitali stranieri nel finanziamento delle compagnie aeree e la fusione tra vettori di Paesi diversi per creare compagnie con una massa critica sufficiente a competere nel mercato mondiale.

Le tabelle allegate al documento della Commissione mostrano alcuni dati sorprendenti. Nella classifica europea in base al ricavo per passeggero/chilometro, dopo Lufthansa, Air France, Klm e British Airways, Ryanair e Easyjet occupano il quinto e sesto posto a conferma del grande sviluppo dei voli low cost nel continente europeo. Alitalia è solo undicesima con un peggioramento del 19,4% tra il 2000 e il 2010.
Nella classifica degli aeroporti europei del 2010, Londra Heathrow è al primo posto con 65 milioni di passeggeri, seguito da Parigi Charles de Gaulle (58) e Francoforte (52), mentre Fiumicino è al sesto posto con 36 milioni di passeggeri e Malpensa quindicesimo con 18,7 milioni.

In questo scenario attuale e di previsione si colloca la situazione del trasporto aereo italiano che presenta i problemi di sempre: mancanza di una compagnia che assicuri collegamenti di lungo raggio, e di conseguenza la mancanza di un vero hub; piccola dimensione delle compagnie aeree (attualmente quasi tutte in perdita), che le rende non competitive; un piano degli aeroporti che fa acqua da tutte le parti.

In merito alle compagnie aeree, mentre Blu Panorama ha chiesto di essere ammessa all'amministrazione controllata, assistiamo ancora una volta all'annuncio che Alitalia presenterà perdite per il 2012 e sarà necessaria una nuova probabile cassa integrazione per 700 persone.

Questa never-ending story è al centro della situazione patologica del nostro trasporto aereo. L'aumento del prezzo del petrolio e la concorrenza delle compagnie low cost e del treno veloce l'hanno subìta anche le altre compagnie europee; in più Alitalia è partita nel 2008 da una posizione depurata dai pesi (debiti e gran parte del personale) della vecchia Alitalia. Malgrado ciò, si ripresenta ora con i problemi di sempre. La situazione è grave e una paventata uscita di Andrea Ragnetti potrebbe portare a un punto di non ritorno. Anche il possibile acquisto di Alitalia da parte della Cassa depositi e prestiti non risolverebbe da solo i problemi della compagnia finché il Governo non si deciderà ad affrontare l'intero argomento del trasporto aereo e non solo per settori, come ha già annunciato per gli aeroporti. Restano i problemi dell'intermodalità, dei sistemi di gestione aeroportuale, dei controlli sulle compagnie aeree (vedi la storia di WindJet), del ruolo dell'Autorità di aviazione civile (Enac) che si scontrerà con questa discutibile autorità per i trasporti di recente istituzione.

L'allarme lanciato dalla Commissione europea sul trasporto aereo comunitario dovrebbe suggerire alle autorità di Governo del nostro Paese di iniziare un'analisi seria e completa per redigere un piano a lungo termine che ci assicuri nel trasporto aereo europeo un ruolo paragonabile all'importanza della nostra economia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi