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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 07:58.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2012 alle ore 15:18.

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Se c'è una cosa che nelle Regioni non mancano sono le poltrone. Servono quasi sempre per far accomodare migliaia di fedelissimi della politica, senza distinzione di colore. E senza distinzione di organo: giunta o consiglio che siano, le nomine fioccano anche se società partecipate, enti in house, Fondazioni e associazioni magari non servono o possono essere accorpate. Come del resto dimostrano gli sforzi che molte regioni stanno compiendo sotto la pressione della spending review del Governo presieduto da Mario Monti. La voglia di poltrone – che hanno sempre un sostegno legislativo o regolamentare – finisce sotto la lente del Sole-24 Ore, che il 4 dicembre ha avviato in parallelo l'inchiesta sui cosiddetti “regioburocati”.
a Regione Calabria l'etica ce l'ha nel sangue. Detiene lo 0,46% del capitale sociale (pari a 2.000 azioni che valgono 105mila euro)della Banca popolare etica ma, soprattutto, possiede la Fondazione Calabria Etica che per statuto si prefigge di realizzare solidarietà sociale.

La Fondazione è tra le 16 società partecipate dalla Regione, per le quali è stato versato un capitale complessivo di 57.971.678,74 euro. Secondo gli ultimi (e parziali) dati messi a disposizione dalla Regione sul sito, e che si riferiscono al 1° semestre 2011, ha nominato complessivamente 48 amministratori: otto non percepiscono alcun compenso, per uno non viene definito, sette viaggiano genericamente secondo le tariffe dell'ordine dei dottori commercialisti, di nove non si sa nulla, mentre gli altri oscillano tra una forbice che va da 500 euro di gettone di presenza a seduta a 191mila euro all'anno.
Che società partecipate, oltre ad associazioni e fondazioni regionali siano utili alla collettività, è molte volte un optional. L'importante e che abbiano tanti soldi pubblici da spendere e tante poltrone, non necessariamente remunerate, che – qui come altrove - hanno la stessa identica caratteristica: sono dotate di rotelle per scorrere più velocemente verso i beneficiati che le occupano quasi sempre per benedizione politica. Una leva fondamentale per crearle ed occuparle è spesso la gestione di potere: micro o macro è uguale, tanto fa sempre rima, innanzitutto, con la parola consenso a cascata in una filiera che, ovunque in Italia figuriamoci in Calabria, si traduce in voti.

Lo statuto della Fondazione Calabria Etica, modificato dalla Regione con la delibera 80 del 18 marzo 2011, prevede che la stessa non abbia scopro di lucro “neanche indiretto” e, coerentemente, prevede che tutti gli incarichi e le mansioni degli organi statutari siano a titolo gratuito.
Bello e corente, ma c'è un «salvo». Fatto salvo, si legge all'articolo 10, il rimborso delle spese sostenute per l'esercizio dei compiti d'istituto, nonché quanto previsto dall'articolo 6 per il Presidente e dall'articolo 7 per il segretario generale (che però, attualmente, manca).

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