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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2012 alle ore 07:00.

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Negli anni cinquanta era una zolletta di zucchero accompagnata da un nome che avevamo imparato a conoscere, Albert Sabin, l'inventore del vaccino orale contro la poliomelite. Migliaia di piccole vite furono salvate da quello zuccherino che ci appariva come un dolce miracolo della scienza.

In Pakistan su questo piccolo gesto così vitale sta cadendo il velo tenebroso della superstizione e della cattiva propaganda degli islamici radicali. Volontari e infermieri che partecipano alla campagna sono diventati degli untori, accusati di fomentare «un piano della Cia per sterilizzare i musulmani». In meno di 48 ore sono stati assassinati una decina di operatori: l'Unicef e l'Organizzazione mondiale della sanità sono stati costretti a sospendere le vaccinazioni. Così adesso in Pakistan oltre alla battaglia per vincere la poliomelite si è aggiunta quella contro i talebani. Ecco un altro pezzo di oscurantismo medioevale da combattere: ma nessuno ha ancora inventato il vaccino per vincerlo.

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