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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2012 alle ore 07:55.

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La partita Ice-Nyse è tutta americana, ma il vero campo da gioco è in Europa. In palio c'è il settore più profittevole per le società-mercato: quello dei derivati. Il gruppo Nyse Euronext – oltre a gestire le Borse di New York, Parigi, Amsterdam e Lisbona – possiede infatti il Liffe, cioè il secondo maggiore listino dei derivati nel Vecchio continente. Ed è proprio questo che fa gola all'Intercontinental Exchange (Ice), pronto ad acquisire Nyse Euronext. Anche perché in Europa il settore sarà presto liberalizzato.

Attualmente il Liffe – secondo i calcoli di Berenberg Bank – produce il 22% dei ricavi del gruppo Nyse Euronext, ma questa piccola quota di fatturato genera oltre il 40% degli utili complessivi: questo dimostra quanto i derivati siano profittevoli per le società-mercato e quanto, invece, i listini azionari lo siano poco. Ecco perché Intercontinental Exchange (Ice), società che gestisce già ora il secondo mercato dei derivati al mondo, sia così interessata a rilevare il gruppo Nyse Euronext: punta alla sua gallina dalle uova d'oro. Insomma: al Liffe.

Se l'operazione dovesse concretizzarsi, il gruppo Ice-Nyse potrebbe fare concorrenza vera all'attuale leader indiscusso dei derivati in Europa: il listino Eurex (joint venture tra Deutsche Börse e la Borsa svizzera). Anche perché nei prossimi anni potrebbe entrare in vigore, attraverso la direttiva Mifid2, un principio in grado di mescolare le carte: il cosiddetto «open access». Questo principio permetterebbe a ogni listino di creare dei contratti derivati identici a quelli di altri mercati, con una completa fungibilità. Insomma: il nuovo campione Ice-Liffe potrebbe creare un Bund future uguale a quello quotato su Eurex e fare concorrenza vera.

Non resta ora che aspettare le contromosse di Deutsche Börse-Eurex: possibile che, messa all'angolo, riconsideri la possibilità di allearsi con altre società-mercato? Possibile inoltre che questa mossa a sorpresa di Ice faccia ripartire il valzer delle fusioni in Europa? Ma la vera domanda è un'altra: quali possono essere alla fine i reali benefici per investitori, risparmiatori e cittadini europei? Ammesso e non concesso che di benefici ne arrivino anche per loro...

m.longo@ilsole24ore.com

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