Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2012 alle ore 14:05.
L'ultima modifica è del 30 dicembre 2012 alle ore 15:28.
La rivista Time ogni anno pubblica in copertina la foto della persona dell'anno. Nel 2012 questo onore spetta senza dubbio a Mario Draghi. Non è solo una prospettiva italiana o europea, ma mondiale. Avessimo avuto ancora Trichet alla Banca centrale europea, probabilmente l'area euro non sarebbe sopravvissuta, con conseguenze drammatiche non solo in Europa, ma nel mondo intero.
Dalla liquidità offerta al sistema bancario a fine 2011-inizio 2012, alla creazione dello scudo, al raggiungimento di una vigilanza bancaria a livello europeo, Mario Draghi è stato l'assoluto protagonista del 2012 non solo economico-finanziario, ma anche politico. Mario Draghi è riuscito a creare una frattura tra la Bundesbank e il Governo tedesco, aprendosi un margine di manovra fino ad ora inesistente. È il banchiere centrale di uno Stato che non c'è. Alcuni gli rimproverano un eccessiva generosità nei confronti del sistema bancario. Ma il problema è innanzitutto a livello politico. Da banchiere centrale, senza potere di supervisione, Draghi non aveva molta scelta.
Il mio augurio per il 2013 è che Mario Draghi ridiventi una persona normale. Parafrasando Bertold Brecht mi permetto di dire "sventurato quel paese che ha bisogno di ...banchieri centrali". In un'economia sana, il ruolo del banchiere centrale dovrebbe essere noioso e la sua faccia sconosciuta ai più. Sogno un 2013 in cui i cittadini europei si chiedano "Draghi, chi è costui?", perché eclissato da uno statista europeo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Permalink
Ultimi di sezione
-
Italia
Agenzia delle Entrate sotto scacco, rischio «default fiscale»
-
L'ANALISI / EUROPA
L'Unione non deve essere solo un contenitore ma soggetto politico
Montesquieu
-
NO A GREXIT
L’Europa eviti il suicidio collettivo
-
Il ministro dell'Economia
Padoan: lavoreremo alla ripresa del dialogo, conta l’economia reale
-
LO SCENARIO
Subito un prestito ponte
-
gli economisti
Sachs: la mia soluzione per la Grecia