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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 06:40.

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Da oggi è online l'archivio storico di Mediobanca. I materiali disponili sono ancora una piccolissima parte della colossale produzione di documenti della banca d'affari di Via Filodrammatici. Il sito per ora si compone di quattro sezioni: storia, persone notevoli, palazzi storici e pubblicazioni. La prima contiene i pdf dei bilanci di Mediobanca dal 1947 al 2000. Tra le persone notevoli spiccano i profili di Enrico Cuccia, Raffaele Mattioli, Adolfo Tino, Vincenzo Maranghi e Francesco Cingano.

E tra le pubblicazioni sono scaricabili alcuni "classici" di Mediobanca: Indici e dati, Le principali società, il Calepino e varie altre cose come "Grandi gruppi e informazione finanziaria nel Novecento". Autore del saggio, pubblicato dall'Assonime in occasione del suo centenario, è l'ex direttore dell'ufficio studi di Mediobanca, nonché ex amministratore delegato di R&S, Fulvio Coltorti; il quale, dopo avere passato le consegne al suo successore (Gabriele Barbaresco) ed essere andato in pensione, ha ricevuto l'incarico di organizzare l'archivio storico della banca. Il materiale è scaricabile esclusivamente in formato digitale a chiunque ne faccia richiesta a Mediobanca, attraverso password temporanee.

Il bello, comunque, deve ancora venire. Per i documenti riservati, sugli affari di Mediobanca conclusi da almeno quarant'anni, bisognerà aspettare un altro paio d'anni, il tempo necessario a essere riordinati, scannerizzati e caricati nel sito. Quella è la parte più attesa del lavoro di Coltorti, perché è da lì che potranno venire risposte certe su alcuni dei principali fatti della storia della finanza italiana: dalla fusione Montecatini-Edison del 1966, al salvataggio della Olivetti; dalla formazione del patto di sindacato di Mediobanca, alle sue attività di trading in Africa; dai rapporti con Michele Sindona prima che il bancarottiere si avventurasse nelle scorribande finanziarie che lo condussero al carcere e alla morte, a quelli con Eugenio Cefis, sul quale Cuccia aveva riposto le speranze per il risanamento della Montedison.

Per ora accontentiamoci di leggere la lettera inviata in punto di morte da Cuccia a Maranghi, dove il banchiere fondatore di Mediobanca si congeda dal suo "discepolo", oppure il prospetto informativo dell'offerta pubblica con cui le tre Bin collocarono sul mercato Mediobanca il 15 marzo 1957; collocamento aperto e chiuso in un solo giorno. Oggi può sembrare una banalità, ma allora i prospetti non erano obbligatori. Le operazioni avvenivano nella più completa opacità. I bilanci delle società quotate come la Edison, di cui Giorgio Valerio custodiva segretamente in un cassetto la quota di azioni che gli garantiva l'autocontrollo, erano oggetti misteriosi. Era l'epoca de "I padroni del vapore", sferzante saggio di Ernesto Rossi contro i capitani d'industria che, dopo aver fatto affari con il fascismo, erano divenuti maestri nel privatizzare i profitti e socializzare le perdite.

In questo contesto Mediobanca fu un centro di innovazione della finanza. Per seguire le novità che andavano emergendo da Wall Street (collocamenti di bond, emissioni con warrant, obbligazioni in serie speciale) e per poterle adattare al mercato italiano, Mediobanca aveva costituito una società a New York, la Ambrosius, un piccolo osservatorio che aveva sede in Broadway Street, di cui si occupava Carlo Weiss. Ambrosius Mediolani è la scritta che figura intorno all'immagine di Sant'Ambrogio riprodotta nella moneta d'oro del '400 che era stata scelta da Raffaele Mattioli, leggendario presidente della Comit, come logo di Mediobanca.

Carlo Weiss era il figlio di Ottocaro Weiss, il dirigente delle Generali che era riparato in America dopo la promulgazione delle leggi razziali. Grazie a Carlo Weiss, Cuccia ebbe modo di entrare in rapporti con la Lazard. Alla metà degli anni 50 Cuccia e Tino s'erano recati negli Usa alla ricerca di un partner internazionale. La possibilità di un accordo con la Chase Manhattan era sfumata a causa del Glass-Steagall act, che impediva alle banche commerciali di assumere partecipazioni azionarie. Così Weiss condusse Cuccia negli uffici della Lazard di New York, dove David Weil lo mise in contatto con il grande banchiere André Mayer. Fu l'inizio di un accordo strategico che sarebbe durato in modo ininterrotto fino al 2000.

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