Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 06:40.

My24





Con l'ingovernabilità rischio di speculazione ma non sarà apocalisse



Vorrei chiedervi quali pensate possano essere le conseguenze sui mercati se veramente ci sarà un esito poco chiaro in questa elezione e senza una solida maggioranza, come mi sembra possa succedere, a prescindere se a uno piaccia Berlusconi, Bersani, Monti o Grillo. Senza una maggioranza solida, c'è davvero il rischio che si torni allo spread di un anno fa, a una crisi finanziaria che si sommi a quella economica già tremenda e che i mercati puniscano l'Italia? Ci dobbiamo considerare un Paese sempre nel mirino della grande finanza e sotto osservazione in Europa o il peggio è comunque passato?
Antonio Palumbo
Lecce
Caro Palumbo, la sua è una domanda da 1 milione di euro. Provo a risponderle con tutti i molti dubbi del caso e in attesa di essere smentita. Oggi, in teoria, la situazione è diversa rispetto a quella dell'estate 2011 perché nel frattempo la Bce di Mario Draghi e la Germania di Angela Merkel si sono convinte della assoluta necessità di salvaguardare l'integrità dell'euro. L'uscita della Grecia è sparita dagli scenari possibili.
Questo aiuta l'Italia che ha il deficit in linea e un forte surplus primario, anche se il suo debito-monstre è salito ancora. Il tutto in un contesto di pesante recessione, senza grande respiro a breve. E con l'urgenza di fare le riforme per far ripartire la crescita.
Se l'esito delle elezioni sarà poco chiaro e con la prospettiva di ingovernabilità o comunque di governi instabili, credo che i mercati non si lasceranno sfuggire l'occasione di guadagnarci su. Non vedo però il rischio di apocalisse alla greca, perché è cambiato il modo di percepire e gestire la crisi.
Europei uniti
L'Europa a Nord dell'Italia dà per assodati principi e comportamenti che nel nostro Paese raggiungeremo forse tra qualche decennio. La politica come servizio, la cultura del servizio pubblico di qualità, l'imprescindibile onestà e trasparenza dei pubblici amministratori. Questo non significa che siano tutti onesti ma che se un birbacchione dovesse mai essere scoperto affronterebbe il giudizio con condanna certa se il fatto sussiste, con dimissioni spontanee da ogni carica pubblica e con disappunto degli elettori. Quando parliamo di Europa unita vogliamo che l'Europa diventi come l'Italia o noi, italiani, vogliamo diventare come gli europei più virtuosi? Dobbiamo esportare le nostre caratteristiche positive di cui possiamo andare fieri all'estero e abbandonare i vizi secolari che come un guinzaglio troppo corto ci impediscono di intraprendere nuovi cammini.
Stefano Napolitano
Basta con gli attacchi a Fornero
Ho letto gli attacchi rivolti da Beppe Grillo a familiari del ministro Elsa Fornero. L'acrimonia con la quale il ministro è additato come il colpevole dei mali dei lavoratori italiani, specialmente se giovani, mi indigna. Il ministro Fornero è competente in materia previdenziale. Essendo un tecnico ha scritto delle leggi sapendo quello che faceva e prendendosi la responsabilità delle conseguenze. Ha ereditato una situazione pesantissima e l'ha affrontata con coraggio. Le riforme che in passato hanno agito con gradualità, tutelando i diritti acquisiti, sono state meno impopolari ma, non avendo affrontato il problema in misura incisiva, hanno solo in parte modificato la situazione di strutturale squilibrio del sistema previdenziale, portandoci dove siamo oggi. Capisco il disappunto di chi si è visto cambiare le carte in tavola all'ultimo momento. Ma vorrei sottolineare due cose. Primo: chi andrà in pensione a breve, esodato o meno, gode di condizioni di calcolo della prestazione privilegiate rispetto a chi, come i miei coetanei e chi è più giovane di me, riceverà una pensione completamente commisurata ai contributi versati. Secondo. Il fatto che chi ha la mia età e chi è più giovane potrà ricevere una pensione in futuro dipenderà dalla misura in cui il sistema previdenziale sarà in grado di erogarla. La riforma Fornero, riportando il sistema verso l'equilibrio fra contributi e prestazioni, vuole evitare il tracollo e tutela i nostri diritti di lavoratori, che credo abbiano un peso equivalente a quello dei diritti di chi è più vecchio di noi.
Lucia Spotorno
Ricercatore universitario

Shopping24

Dai nostri archivi