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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 06:39.

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Una grande coalizione per poche riforme, poi di nuovo alle urne



Caro Galimberti,
le scrivo dall'Argentina, dove i miei nonni sono arrivati tanto tempo fa. Ma mi sento italiano e seguo con passione le cose dell'Italia. A Roma stanno per succedere due cose grosse. Un nuovo papa per certo. Una nuova Italia, forse? Non ho simpatia né per Grillo né per Berlusconi e credo che tanti voti di protesta siano andati da quelle parti appunto per protesta. É bene che ci sia la protesta, ma dopo? Io verrò in Italia a settembre e mi chiedo che cosa troverò. Lei che ne pensa?
Franco Giustiniani
Caro Giustiniani,
Lei ha ragione a fare un parallelo fra il papato e l'Italia. In ambedue i casi si tratta di due crisi, due istituzioni che devono fare i conti con un mondo che è cambiato. Un cambiamento con cui l'Italia e la Chiesa hanno pervicacemente rifiutato di confrontarsi e che ora presenta il conto. Hans Küng, il teologo di Tubinga, coetaneo e amico-nemico di papa Ratzinger, ha scritto di recente un bellissimo articolo (pubblicato sul New York Times del 28 febbraio) in cui si chiede se le dimissioni di Benedetto XVI possano portare a una "primavera del Vaticano", analoga alle "primavere arabe" che hanno fatto crollare molti consolidati regimi. E per l'Italia? Il terremoto elettorale porterà a una catarsi, a una "primavera italiana"? O, al contrario, farà sprofondare il Paese ancor più nella pania di apatia esasperata che lo attanaglia da tempo? C'è voluto Franco Fiorito perchè il Paese, venti anni e passa dopo il "mariuolo" Mario Chiesa e Tangentopoli, ritrovasse l'indignazione e punisse un'intera classe politica. Ma in un Paese normale (l'Italia non lo è) questa punizione si sarebbe dipanata lentamente nel tempo, contrastando i comportamenti delittuosi e rammendando gli strappi della moralità offesa. L'Italia invece sopporta per molto (troppo) tempo, fino a che giunge il momento in cui la caldaia esplode, e il malumore diventa distruttivo. Lei giustamente dice: bene la protesta, ma dopo? Io non vedo alternativa a una Grande coalizione. Ma non una Grande coalizione di governo stabile. Animosità e antagonismi sono troppo radicati per una simile coabitazione. Un accordo limitato, prima di tornare alle urne, dovrebbe riguardare solo due punti: riforma elettorale e costi della politica. Per il resto, si può aspettare. Fortunatamente la politica di bilancio di Monti ha messo in sicurezza i conti pubblici con misure dolorose ma necessarie. Monti ha pagato lo scotto, e forse era necessario che lo pagasse. La politica tradizionale, i grandi partiti, non potevano fare quel che ha fatto Monti, e il suo ruolo "tecnico" è stato in realtà quello di un agnello sacrificale.
Liquidazioni degli ex parlamentari
Leggo sui giornali che i parlamentari di lungo corso non riconfermati alle ultime elezioni riceveranno cospicue liquidazioni. Faccio notare che gli statali, in base alla vigente normativa, riceveranno le loro liquidazioni dopo 2 anni dal ritiro dal lavoro: spero dunque che anche a questi signori le liquidazioni non vengano date subito, bensì dopo due anni. In fondo non sono anch'essi dipendenti pubblici come tutti gli altri?
Gianpiero Penati
Milano
Voto a Grillo, protesta e proposta
Si dice che quello al Movimento 5 Stelle sia stato un voto di protesta e di speranza. La speranza che le cose possano cambiare. Ma la speranza da sola non basta. Lo ricorda il poeta Pablo Neruda: «La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle». Ai neoeletti che entreranno in Parlamento sono entrambi necessari.
Margherita De Napoli
Bari
Astaldi e la metropolitana di Napoli
Nell'articolo sul crollo del palazzo sulla Riviera di Chiaia a Napoli, pubblicato sul Sole 24 Ore del 5 marzo, viene erroneamente indicata la Astaldi tra le aziende che stanno realizzando il tratto della linea 6 della metropolitana sottostante l'area in cui sorge il palazzo e i cui lavori, secondo un'ipotesi riportata nell'articolo, potrebbero aver causato il dissesto del terreno. L'impegno di Astaldi nella realizzazione della metropolitana riguarda un tratto differente e distante da quello dell'area indicata.
Alessandra Onorati
Responsabile Relazioni Esterne e Investor Relations
Astaldi S.p.A.

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