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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2013 alle ore 08:55.

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I cardinali hanno fissato la data: il Conclave inizierà martedì prossimo, 12 marzo. La decisione è arrivata dall'ottava congregazione generale del Sacro Collegio. L'ingresso nella Sistina sarà preceduto al mattino nella Basilica di S. Pietro, dalla Messa "pro eligendo Pontifice", che nel 2005 fu presieduta da Ratzinger: poi dalla Cappella Paolina inizierà la processione verso la Sistina, dove si stanno completando i lavori di allestimento.

La decisione sulla data, su cui è stata comunque effettuata una votazione che ha dovuto attendere l'arrivo a Roma di tutti i 115 cardinali elettori, è stata uno degli aspetti più dibattuti dall'avvio della sede vacante: da un parte c'erano i cardinali di Curia - che spingevano per un anticipo dei tempi avvalendosi del Motu Proprio firmato poco prima dell'addio da Benedetto XVI che ne dà facoltà, forse per evitare che crescessero nomi di outsider - e dall'altra molti porporati di diocesi sparse nel mondo (soprattutto americani e tedeschi), che invece volevano prendersi tutto il tempo possibile, sia per conoscere bene i possibili candidati, sia per evitare che tutto seguisse un copione preordinato nei Sacri Palazzi. Alla fine sembra aver prevalso la linea curiale di mediazione, e ai cardinali restano tre giorni per parlare tra di loro, e due sedute (o forse tre) delle congregazioni generali, dove fino ad oggi hanno parlato oltre 100 presuli, e ancora molti sono iscritti a parlare. «Bisogna andare in Conclave con le idee chiare, altrimenti dura molto» hanno detto i cardinali Usa, che hanno sospeso ogni contatto pubblico con i media.

Ci si attende quindi un fine settimana di colloqui fitti e riservati, nelle varie residenze dove alloggiano i "fuori sede". I porporati più in vista - tra tutti in questo momento Angelo Scola, dato sempre più tra i favoriti con appoggi fortissimi nelle fasce dei non-curiali, americani in testa, che stanno accarezzano l'idea che uno di loro possa essere il primo papa extraeuropeo - con ogni probabilità staranno ben alla larga da eventuali "riunioni". Sull'altro fronte si starebbe coagulando da giorni un raggruppamento "temporaneo" di cardinali dei Sacri Palazzi - Bertone, Sodano, Piacenza - che appoggerebbero un porporato (gira da giorni il nome di Odilo Scherer, ma anche quello di Leonardo Sandri, curiale di nazionalità argentina) con un accordo blindato sulla segreteria di Stato. Ipotesi solide, ma che nei prossimi due giorni potrebbero mostrare delle accelerazioni improvvise e inattese. Nomi, ma anche programmi. L'Agenda-Conclave è determinante per dare forme nitide all'identikit del successore, e i temi più caldi - molti dei quali trattati nelle congregazioni - saranno riproposti nei colloqui informali: riforma della Curia in senso più collegiale, intervento sulle finanze vaticane e in particolare sullo Ior, lotta seria alla pedofilia, ma anche (e soprattutto) fede e evangelizzazione.

Oggi nuova riunione, poi pausa domenicale, per ricominciare lunedì, ultimo giorno di congregazione, quando tra l'altro saranno sorteggiate le stanze da assegnare a ogni singolo elettore dentro la Domus Santa Marta, dove si trasferiranno la sera. E stanno anche per scattare le misure di sicurezza che dovranno proteggere parole e opere dei cardinali durante il Conclave. Anzitutto i telefoni, che già funzionano con difficoltà avvicinandosi al colonnato: segno che sono stati messi in funzione gli apparati di disturbo delle frequenze elettromagnetiche. Misure di sicurezza che però, ha spiegato Lombardi, non riguardano i cardinali che non verranno perquisiti. Diverso il trattamento per il personale che parteciperà al conclave, come ausilio in varie funzioni, che sarà controllato al metal detector. In questo caso ci saranno forme di protezione degli ambienti con schermatura elettronica per evitare comunicazioni da e verso il conclave. Due le aree particolarmente protette: la Cappella Sistina e zone adiacenti avranno una doppia restrizione, sia di accesso sia di schermatura degli ambienti, e tra stanze contigue, in modo che nessuno possa captare quanto si dicono i cardinali nell'ambiente chiuso, a chiave appunto.

Altra zona fortemente controllata sarà la Casa di Santa Marta dove i cardinali soggiorneranno: lì mangeranno in ambienti comuni, potranno confessarsi, avranno momenti di preghiera, ma tutto lontano da persone che non abbiano prestato giuramento di riservatezza assoluta. Inoltre, i reparti speciali della vigilanza vaticana controlleranno il percorso che almeno due volte al giorno, la mattina e nel primo pomeriggio, i porporati elettori dovranno fare per percorrere le poche centinaia di metri che dalla piazza di Santa Marta portano, attraverso via delle Fondamenta e i vari cortili, fino al cuore del Vaticano, il cortile di San Damaso, da dove ci sarà l'accesso per la Sistina. Il Motu proprio di Benedetto XVI con cui ha modificato la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, prevede che i cardinali possano andare a piedi verso la Cappella e non solo tutti assieme nei previsti pulmini: all'articolo 43 è prevista, infatti, che con l'aiuto dei prelati chierici di Camera i cardinali elettori non siano avvicinati da nessuno durante il percorso.

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