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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2013 alle ore 08:17.

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Lo sforzo di coesione che serve all'Italia per superare i problemi



Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto l'altro ieri che «siamo sempre riusciti a superare i momenti più acuti di crisi e i rischi di scontro sul piano istituzionale» e ha sottolineato che «dobbiamo riuscirci anche questa volta». Invidio al Presidente questa sua forza d'animo e questa determinazione ad andare avanti. Ma non vi nascondo l'amarezza e lo sconforto per questo tsunami politico che rischia di paralizzare il Paese. Lo stesso Napolitano ha detto che «i problemi urgenti che riguardano l'economia, la società e lo Stato non possono aspettare e richiedono che l'Italia si dia un governo ed esprima uno sforzo serio di coesione». Ecco, sta qui il punto: mi pare che, specialmente in questi ultimi anni, sia proprio mancato questo «sforzo serio di coesione». Sarà che sono avanti con gli anni, ma mi pare che stiamo andando in tutt'altra direzione.
Agostino Cerquetti
Milano
Nuvola all'Eur a rischio stop
«Se entro il 5 marzo il Consiglio comunale non approverà la delibera che attendiamo dal 2011, i lavori alla Nuovola dell'Eur si fermeranno». L'allarme è stato lanciato l'altro ieri da Massimiliano Fuksas, progettista del Nuovo Centro Congressi del quartiere Eur di Roma. È triste dover registrare cose del genere. Che confermano ancora una volta una triste realtà: l'Italia è allergica alle opere di un certo livello». Un vero peccato.
Giorgio Antonini
Roma
La strategia energetica nazionale
Il ministro Clini ha detto l'altro ieri che «per una felice coincidenza temporale oggi con il ministro Passera abbiamo firmato il decreto di consolidamento della strategia energetica nazionale, che definisce la futura strategia Paese in questo settore, e il piano nazionale riduzione di emissione di carbonio e carbonizzazione dell'economia». Non so in concreto cosa questo voglia dire e se - soprattutto - porterà a un abbattimento dei prezzidell'energia per le famiglie e per l'impresa. Trovo però incredibile che l'Italia - da sempre dipendente dal punto di vista energetico - abbia trovato solo ora il modo e il tempo di consolidare la strategia energetica nazionale. Non era una cosa da fare priprioritariamente molto tempo prima?
Giovanni Passalacqua
Il concambio Sintonia-Atlantia
Leggiamo con sorpresa e forte rammarico quanto riportato ieri dal Sole 24Ore, nell'articolo a firma di Laura Serafini "Via libera al maxi-polo Atlantia-Gemina", nel quale si legge, testualmente, «...Non da ultimo, il rapporto di cambio di 1 contro 9 (rispetto a 1 contro 10-11 inizialmente preferito da Atlantia) ha favorito Sintonia, che ha in carico in bilancio i titoli Gemina a 1,45 euro....».
In verità appare evidente, per puro calcolo aritmetico, che Sintonia sarebbe stata favorita da un concambio più alto, non più basso, essendo azionista di Atlantia per una quota più rilevante rispetto a quella detenuta in Gemina (rispettivamente, 47,96% e 35,93%).
La determinazione del concambio è stato invece il risultato di una evidente dialettica tra le due Società, e tra gli organi preposti alla tutela delle minoranze e i loro advisor, che sino all'ultimo minuto hanno lavorato per trovare il punto di equilibrio ottimale, rispettoso delle posizioni di tutti gli azionisti e a beneficio di una operazione che porrà le basi per un grande gruppo italiano, leader internazionale nel settore delle infrastrutture autostradali ed aeroportuali in concessione.
Non possiamo che auspicare per il futuro maggior attenzione a questi aspetti sostanziali per la correttezza dei rapporti nei confronti del mercato e per il rispetto di tutti quelli che hanno lavorato in modo professionale e con grande competenza.
Gianni Mion
Presidente Sintonia s.p.a.

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