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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 07:08.
L'ultima modifica è del 22 marzo 2013 alle ore 07:58.

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«Se hai cuore e cervello, usali uno alla volta»: si apre con una citazione di Hölderlin il 3° Summit arte e cultura, tenutosi ieri nella sede milanese del Sole 24 Ore. È stato Armando Massarenti, responsabile dell'inserto Domenica, a citarla introducendo i lavori del convegno e ricordando il Manifesto per la cultura del Sole 24 Ore.

Primo tema della giornata è stato quello delle novità legislative e degli strumenti pratici nella gestione dei beni culturali. Ne ha parlato Carlo Montagna (partner Bonelli Erede Pappalardo), che ha messo in evidenza alcune modalità di interazione tra pubblico e privato in materia di erogazioni liberali, di adozione di monumenti, di project financing, di concessioni di spazi pubblicitari e di contratti di sponsorizzazioni (citando i casi del Colosseo, del Ponte di Rialto e della Fontana di Trevi).

Il secondo intervento, dedicato alla cultura per la qualità sociale, e condotto a due voci da Walter Santagata dell'Università di Torino e Giovanna Segre dell'Università Iuav di Venezia, ha proposto un'arte contemporanea «a chilometro zero - sulla scorta dell'iniziativa del Centro pratese Luigi Pecci - per favorire la produzione artistica attuale e aumentare, di conseguenza, l'impatto sociale dell'arte sulle nostre vite quotidiane».

La tavola rotonda mattutina si è concentrata sulla circolazione delle opere d'arte. Rossella Zollino ne ha parlato dal punto di vista del mercato e delle esportazioni, presentando il Progetto Apollo, una proposta di riforma della legge del 1974 per rendere più agili le procedure di circolazione delle opere d'arte. Alvise di Canossa, titolare di Art Defender, ha spiegato come far circolare in sicurezza, ma anche tutelare e valorizzare, il milione di opere in "viaggio" ogni anno in Italia.

A concludere i lavori della mattinata è venuto l'interessante incontro sul tema del collezionismo accessibile e del mercato dei multipli. «I multipli sono opere - ha spiegato Marina Mojana, Art Advisor di Intesa Sanpaolo – di cui esiste più di un esemplare che però sono originali e non copie». La loro diffusione è importante perché sancisce il principio di «un mercato più accessibile con prezzi contenuti e dischiude il mondo dell'arte anche ai collezionisti in erba», ha puntualizzato Marco De Guzzis, amministratore delegato di Editalia. «Non sempre, però - ha messo in guardia Giorgio Verzotti, direttore di Arte Fiera di Bologna - nei multipli la qualità è garantita e, comunque, non tutta l'arte si sposa con la serialità dell'opera».

A metà giornata il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano è intervenuto per ricordare che la cultura è «il capitale dimenticato dell'Italia, pur essendo il bene più prezioso ed identitario del nostro Paese» e ha insistito sulla necessità che il prossimo governo consideri seriamente l'importanza del comparto culturale nell'economia globale italiana.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio con la relazione di Anne Mény-Horn del Musée d'Orsay (si veda l'intervista qui accanto) che ha illustrato la nascita e l'utilizzazione del brand nei principali musei parigini (Louvre e Musée d'Orsay), mentre l'avvocato Gabriele Cuonzo ha illustrato non solo la necessità di registrare un brand ma di difenderlo dagli abusi, portando come esempio gli Uffizi di Firenze che, non avendo un marchio registrato, vengono saccheggiati in rete da chiunque.

L'ultima tavola rotonda della giornata ha messo a fuoco la situazione attuale e i progetti in essere per il futuro di alcune realtà museali italiane. Mattia Agnetti ha dato conto dell'organizzazione della Fondazione Musei Civici di Venezia, e altrettanto ha fatto Luigi Di Corato che ha parlato della Fondazione che riunisce i 43 musei del Territorio Senese e che punta tutto sulla rete. E sui miracoli che può fare la rete ha dato conto Aldo Spivach di Google Italia che ha illustrato il nuovo portale «Artproject». In conclusione si è parlato degli sforzi fatti da Brera a Milano e dal Museo di Palazzo Madama a Torino per essere appetibili al pubblico di domani.

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